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HomeEconomia Ue decide nuovo target sul clima escluso il settore agricolo. La protesta va avanti

Ue decide nuovo target
su clima, fuori agricoltori
La protesta va avanti

Raccomandata la riduzione del 90%

delle emissioni di gas serra

di Sofia Zuppa07 Febbraio 2024
07 Febbraio 2024
Trattori Ue

Circa duecento trattori in presidio davanti al casello autostradale dell'A14 a Castel San Pietro Terme, Bologna | Foto Ansa

ROMA – Maggiore resilienza contro le crisi future e rafforzamento dell’indipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili. Questo è l’obiettivo che intende raggiungere Bruxelles con il nuovo target climatico al 2040, che esclude l’agricoltura. La comunicazione presentata dalla Commissione europea raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. La riduzione del 30% rispetto al 2015 richiesto al settore agricolo nella bozza iniziale del documento circolata nelle scorse settimane è invece stata cancellata. L’agricoltura “svolge un ruolo nella transizione green, contribuendo al contempo alla sovranità alimentare europea”, si legge nel testo. Dunque, va tutelata. Un ulteriore passo in avanti per salvaguardare un settore profondamente in crisi. 

Le prossime mosse della protesta dei trattori

Sebbene alcuni obiettivi siano stati raggiunti, per gli agricoltori italiani la marcia non si ferma. Continuano infatti le proteste in tutta Italia, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Toscana all’Emilia Romagna, al Molise. In particolare, la Capitale è accerchiata: oltre cinquecento trattori sfileranno lungo il Grande Raccordo Anulare venerdì 9 febbraio. Lo ha detto Salvatore Fais, leader di Riscatto agricolo, i cui duemila trattori sono stanziati nel presidio di Via Nomentana. Anche i Cra di Danilo Calvani hanno già piazzato circa mille trattori da Albano a Valmontone. 

“Evitare politicizzazione del Festival”

L’invito del conduttore e direttore artistico di Sanremo Amadeus ai rappresentanti della protesta che sta infiammando l’Italia, non sembrerebbe essere stato troppo gradito dal governo e dai vertici di Rai, che secondo la Repubblica, temono che il Festival possa trasformarsi in una “kermesse” politica. Martedì 6 febbraio c’è stato un incontro tra l’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Rai Giampaolo Rossi per discutere della questione, da cui si sono sollevate varie incognite: non si conoscono precisamente i referenti della protesta e non si sa dunque chi invitare.

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