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HomeEsteri Ucraina, forze russe si ritirano dal confine
Mosca: “Fallimento propaganda Occidente”

Ucraina, iniziato il ritiro
di alcune truppe russe
Kiev: "Impedita escalation"

Mosca: "Occidente battuto senza guerra"

Di Maio a Kiev, domani Draghi a Parigi

di Luca Sebastiani15 Febbraio 2022
15 Febbraio 2022

epa09758298 A handout still image taken from handout video made available by the Russian Defence Ministry press service shows Russian tanks return from the ground shooting range on the Voronezh region, Russia, 15 February 2022. Units of the Western and Southern military districts on 15 February begin returning from exercises to their bases by rail and road, the Russian Defense Ministry said. EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS SERVICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Parte delle forze russe schierate al confine con l’Ucraina per le esercitazioni ha cominciato a ritirarsi. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, citato dalla Tass, e la conferma è arrivata dal Cremlino. 

Le reazioni

La reazione di Kiev non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha commentato: “Insieme ai nostri partner” occidentali “siamo riusciti a impedire ogni nuova escalation da parte della Russia”. Per Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, invece, “la data del 15 febbraio 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”. Il riferimento è all’annuncio degli Stati Uniti di un possibile attacco russo previsto per mercoledì 16. Zakharova ha anche assicurato che “le risposte della Russia alle proposte degli Usa e della Nato sulle garanzie di sicurezza sono nella fase finale”. “Non c’è alcuna precondizione di Mosca – ha proseguito la portavoce – sugli accordi di Minsk”. 

Per il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il ritiro delle truppe russe “era pianificato” e “non dipende dall’isteria occidentale”. Lavrov ha aggiunto che le notizie diffuse dall’Occidente nelle ultime settimane sono state “terrorismo mediatico”.

La diplomazia non si ferma

Continua però l’impegno diplomatico perché il rischio di un’invasione permane. Oggi il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio è atteso a Kiev, mentre domani volerà a Mosca. Sempre domani il presidente del Consiglio Mario Draghi incontrerà a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron, per discutere del ritiro transalpino nel Sahel ma anche della situazione in Ucraina.

Ieri è stato il turno del cancelliere tedesco Olaf Scholz, recatosi a Kiev. Nel colloquio con Volodimir Zelensky ha ribadito al presidente ucraino il sostegno diplomatico ed economico della Germania. Tuttavia, Scholz ha sottolineato come “l’adesione ad alleanze non sia all’ordine del giorno”, raffreddando le aspirazioni ucraine. Oggi invece il cancelliere è stato ricevuto da Vladimir Putin a Mosca, sempre per parlare di possibili soluzioni alla crisi in corso.

Intanto i deputati della Duma hanno approvato un appello a Putin affinché Mosca riconosca le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Dagli Usa

Con una nota del Segretario di Stato americano Antony Blinken, ieri gli Stati Uniti hanno deciso di spostare la propria ambasciata da Kiev a Leopoli. Un segnale visto da molti osservatori come preoccupante. Ma l’evacuazione dei diplomatici Usa è stata definita dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov “un’isteria esibizionista e senza senso”.

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