L’equilibrio è fragile sul confine orientale ucraino. Altri morti tra le file russe si aggiungono al bilancio devastante degli scontri. Nel pomeriggio di ieri i soldati ucraini hanno attaccato un campo aereo militare a Kramatorsk uccidendo quattro ribelli filorussi e provocando una decina di feriti. Paradossalmente l’operazione “antiterrorista” era partita da Kiev con l’intento di ristabilire la normalità nella città assediata dai separatisti.
I capi di governo percepiscono la criticità della situazione, come viene confermato dagli stralci di conversazione trapelati delle ultime telefonate tra il presidente russo Vladimir Putin e i suoi colleghi tedesco e americano Angela Merkel e Barack Obama. “L’Ucraina è sull’orlo della guerra civile”, è stata l’affermazione del capo del Cremlino al telefono con la Merkel.
Dalla Casa Bianca posizioni contrapposte. Da un lato si giustifica la mossa di Kiev, che deve difendersi dagli attacchi russi, dall’altro si parla di “situazione pericolosa” che gli Stati Uniti garantiscono di non voler aggravare accordando le richieste di munizioni del governo ucraino, ma probabilmente intervenendo con nuove sanzioni per Mosca.
Tra l’allarmismo generale Usa, Russia, Kiev e Unione europea confermano l’incontro di domani, 17 aprile, a Ginevra, per tentare, con questo ennesimo colloquio, di porre rimedio ad una situazione che non accenna ad arginarsi.
Silvia Renda