Si fa sempre più difficile la situazione in Ucraina. L’intelligence siriana segnala un movimento sospetto di truppe russe in Crimea, una penisola situata nel sud del paese dove la maggioranza della popolazione guarda con sospetto alle rivolte che hanno investito Kiev. Alcuni contingenti che avevano garantito la sicurezza durante le Olimpiadi di Sochi sarebbero stati addirittura dislocati a Sebastopoli, centro militare russo sul Mar Nero. Oleh Tyahnybok, leader del partito ultranazionalista Svoboda, ha confermato: «Sta arrivando una nave russa con 200 commandos a bordo. È in corso un ammassamento di truppe al confine». Sebastopoli è una roccaforte russa in territorio ucraino. Non a caso il deposto ministro della Difesa, Pavlo Lebedev, si è rifugiato lì e anche l’ex presidente Viktor Yanukovich, sul quale pesa un mandato di cattura internazionale, è stato segnalato in zona. Da Mosca il premier Dmitri Medvedev ha gettato veleno sulla rivoluzione ucraina: «Minaccia gli interessi dei nostri cittadini». Le sue parole preoccupano la metà filo-europea del paese.
Alle ingerenze russe sull’Ucraina, c’è invece chi guarda con favore. Tatiana Ermakova, presidente della Comunità russa di Sebastopoli, ha dato voce a quella parte di opinione pubblica, per lo più contadini e allevatori, che la rivoluzione di Kiev ha oscurato: «L’Ucraina è divisa in due. Qui in Crimea ci sentiamo russi. Ho scritto a Putin di mandare altre truppe, oltre alla flotta del Mar Nero che è già qui di stanza, naturalmente. Perché è il solo modo di impedire il genocidio della popolazione russa in Ucraina».La rivoluzione di Kiev non è la rivoluzione di tutti. Secondo la Ermakova «il governo che sta nascendo sarà un fantoccio dell’Occidente».
Valerio Dardanelli