MINSK – “Con la guerra mondiale all’orizzonte, serve una tregua immediata”. È questa la proposta del presidente Alexander Lukashenko, in un messaggio sullo stato della nazione. L’alleato di Putin ha infatti pronunciato un discorso al parlamento Bielorusso, nello stesso giorno in cui si celebra l’anniversario della ritirata delle truppe russe da Bucha. A un anno dalla liberazione, Zelensky ha dichiarato che “non perdoneremo mai” l’invasione di Bucha.
Le parole del presidente bielorusso
“La terza guerra mondiale con incendi nucleari si profila all’orizzonte”, ha dichiarato il presidente bielorusso in un messaggio rivolto al Parlamento. “Colloqui senza precondizioni” da avviare subito sono infatti “il solo modo per risolvere il problema in Ucraina”, ha detto Lukashenko. Il presidente bielorusso ha definito come “ridicolo” il decreto firmato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky che vieta per legge di tenere negoziati di pace. Il “bakta” si è così spinto oltre, proponendo una tregua immediata in Ucraina. “Mi assumo il rischio”, ha detto il presidente, “di proporre che le attività militari vengano sospese senza che le parti possano spostare equipaggiamenti militari e raggruppare le truppe”. Mosca e Kiev sanno di non poter “cercare una vittoria ad ogni costo”. Il Cremlino ha sentito la proposta del presidente bielorusso Alexander Lukashenko per un cessate il fuoco in Ucraina, ma secondo il portavoce Dmitry Peskov, “per la Russia non cambia nulla e l’operazione militare speciale continua”.
L’arresto del giornalista del WSJ
Intanto sale la tensione tra Washington e Mosca dopo l’arresto del giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Secondo i servizi d’intelligence interni, l’inviato trentaduenne sarebbe una spia al servizio degli Stati Uniti che raccoglieva informazioni sull’industria militare russa. La Casa Bianca ha condannato “con la massima fermezza” l’arresto, affermando che “è inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani” e invitando tutti i connazionali a lasciare subito la Russia. Ma i rapporti diplomatici del Paese si incrinano anche con l’Estonia. Secondo quanto annunciato dal ministero degli Esteri, Mosca ha dichiarato l’ambasciatore dell’Estonia persona non grata, “basandosi sul principio di reciprocità”.
Zelensky ricorda Bucha
A un anno dalla ritirata delle truppe russe da Bucha – sobborgo di Kiev dove furono trovati i cadaveri di civili uccisi per strada e stanze di tortura – Zelensky ha reso omaggio alla città martire. “Trentatré giorni di occupazione. Più di 1.400 morti, tra cui 37 bambini. Più di 175 persone trovate in fosse comuni e camere di tortura. 9.000 crimini di guerra russi. Non perdoneremo mai. Puniremo ogni colpevole”, ha scritto su Telegram il presidente ucraino. Sostegno anche dall’Alto Commissario per i diritti umani, Volker Türk, secondo cui “in tutta l’Ucraina, le persone stanno affrontando enormi sofferenze e perdite e le violazioni dei diritti umani sono diventate una scioccante routine 13 mesi dopo l’offensiva russa contro l’Ucraina”.