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HomeEconomia Ucraina, l’Ue aumenta le sanzioni. Fitch: “Russia imminente rischio default”

L'Europa esclude tre banche
bielorusse dal sistema Swift
Fitch declassa la Russia

Mosca a rischio default imminente

Embargo di Usa e Gb sul petrolio

di Andrea Noci09 Marzo 2022
09 Marzo 2022

La guerra in Ucraina continua ad avere pesanti conseguenze economiche. Fitch ha deciso di declassare il rating della Federazione russa da ’B’ a ’C’ a causa dell’impatto sull’economia nazionale delle sanzioni approvate dopo l’invasione dell’Ucraina dall’Occidente. Per l’agenzia di rating il rischio di un default della Russia sul debito sovrano è “imminente”. In questo scenario, arrivano oggi nuove sanzioni. La Ue ha infatti deciso di ampliare le misure contro l’economia di Mosca e Minsk: tre banche bielorusse saranno escluse dalla piattaforma finanziaria internazionale Swift, secondo quanto annunciato dalla presidenza francese del Consiglio dell’Ue. Dopo l’incontro a Bruxelles, i rappresentanti degli Stati membri hanno adottato anche nuove sanzioni contro il settore marittimo e le criptovalute, oltre ad aver aggiunto alla loro lista nera leader e oligarchi russi.

Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato il blocco di tutte le importazioni di petrolio e di energia dalla Russia. Il divieto all’ingresso di prodotti energetici russi negli Stati Uniti riguarda il greggio, il gas naturale liquefatto e il carbone. “Non intendiamo finanziare questa guerra”, ha dichiarato Biden riferendosi alle risorse che Mosca può ricavare da vendite di energia per sostenere le operazioni militari. Non solo. In un’intervista al New York Times, il segretario al Commercio Gina Raimondo ha dichiarato che le società cinesi saranno punite se violano le sanzioni alla Russia. L’amministrazione Biden potrebbe “essenzialmente chiudere” la Smic, il colosso cinese dei microchip, o qualsiasi società del Dragone che sfida le sanzioni Usa nel caso di fornitura di microprocessori e altre tecnologie avanzate a Mosca.

Anche il governo britannico ha annunciato la fine delle importazioni di petrolio russo e suoi derivati entro il 2022. La misura, secondo Bloomberg, verrà implementata nel corso dei prossimi mesi in coordinamento con gli Usa ma non coinvolgerà il gas russo.

Per quanto riguarda l’Italia in 24-30 mesi dovremmo essere indipendenti dal gas russo, come ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ad “Agorà extra” su Rai3. “Dalla Russia importiamo 29 miliardi di metri cubi di gas, circa il 40 per cento. Vanno sostituiti. Entro la primavera circa 15-16 miliardi saranno rimpiazzati da altri fornitori, ne rimane la metà. Ci stiamo lavorando con impianti di rigassificatori”, ha spiegato Cingolani.

“Abbiamo 3 rigassificatori al 60 per cento che potranno essere portati ad una efficienza migliore. Quest’anno poi installeremo il primo rigassificatore galleggiante, e poi costruiremo altre infrastrutture nei prossimi 12-24 mesi”, ha detto il ministro, sottolineando che “se la situazione rimarrà com’è adesso e consumeremo lo stesso gas di oggi, accelerando su tutte le rinnovabili, potremo comunque garantire il percorso di decarbonizzazione al 50 per cento”.

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