Secondo Il ministero della difesa ucraino, la polizia militare russa avrebbe iniziato a distruggere le opere custodite nelle biblioteche pubbliche dei territori occupati.
L’agenzia di informazioni Maidanpress ha diffuso la notizia che nelle regioni separatiste di Luhansk, Donetsk, Chernihiv e Sumy, la polizia militare russa stia raccogliendo tutti i volumi contrari alla propaganda del Cremlino per distruggerli o trasferirli altrove.
Si tratta di testi scolastici (storici e scientifici) o di cultura popolare. Sono spariti, per esempio, i libri che raccontano le gesta di Ivan Stepanovič Mazeppa, il nobile cosacco che nella seconda metà del Seicento aiutò gli svedesi contro lo Zar, poi cantato da Byron, Puskin e Hugo. Un altro libro ritirato sarebbe “Il caso di Vasyl Stus”, opera di grande successo del giornalista ucraino Vakhtanga Kipiani. Stus, considerato il grande poeta ucraino del Novecento, fu dissidente e difensore dei diritti umani. Nonostante la violenza e l’indottrinamento forzato, è difficile pensare che si possano cancellare secoli di storia e cultura popolare.