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Ucraina, oggi incontro
tra Blinken e Lavrov
Usa minaccia ripercussioni

Mosca: ritiro Nato da Paesi dell'Est

Ok Casa Bianca ai Baltici per invio armi

di Alessio Brandimarte21 Gennaio 2022
21 Gennaio 2022

epa09699368 US Secretary of State Antony Blinken (L) and Russian Foreign Minister Sergei Lavrov (R) pose for an official photo prior to their bilateral talks on soaring tensions over Ukraine in Geneva, Switzerland, 21 January 2022. EPA/MARTIAL TREZZINI

Oggi a Ginevra si tiene il colloquio tra il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, sul dossier Ucraina. Lavrov all’inizio dell’incontro ha affermato di non aspettarsi una svolta dai colloqui di oggi ma solo delle risposte alle “garanzie di sicurezza” chieste da Mosca. Blinken ha risposto che gli Stati Uniti stanno cercando una soluzione diplomatica sull’Ucraina, minacciando però “una risposta rapida e forte” nel caso di un’invasione russa.

Kiev ha accusato Mosca di aver aumentato le forniture di armi ed equipaggiamenti militari ai separatisti filorussi, mentre la Russia vuole il ritiro delle truppe Nato dalla Romania e dalla Bulgaria, nell’ambito di un trattato per la de-escalation della crisi. Il ministero degli Esteri russo sottolinea che questo non rappresenta alcuna ambiguità: “Si tratta del ritiro delle forze straniere, degli equipaggiamenti e degli armamenti, al fine di tornare alla situazione del 1997 in quei Paesi che all’epoca non erano membri della Nato”.

Intanto gli Stati Uniti hanno approvato la richiesta dei Paesi baltici di inviare armi americane all’Ucraina, in caso di minaccia di un’offensiva militare russa. È quanto riferisce un funzionario del Dipartimento di Stato di stanza a Berlino. La Casa Bianca ha inoltre precisato che il presidente Joe Biden “sa che i russi hanno un copione ampio di aggressioni, inclusi i cyberattacchi e le tattiche paramilitari, e ha affermato che a queste azioni ci sarà una risposta decisa”.

Il Cremlino ha criticato le dichiarazioni del presidente americano, che “potrebbero contribuire a una destabilizzazione della situazione perché potrebbero infondere delle speranze completamente sbagliate nelle teste calde di alcuni rappresentanti e leader dell’Ucraina, che potrebbero decidere di dare inizio di nuovo ad una guerra civile nel proprio Paese e cercare di risolvere con la forza la questione del sud-est”.

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