“Nessun impatto critico sulla sicurezza” dall’interruzione di corrente a Chernobyl. Lo ha assicurato l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, dopo l’allarme lanciato da Kiev sull’interruzione dell’impianto a causa dell’offensiva russa. “Il carico termico della vasca di stoccaggio del combustibile esaurito e il volume dell’acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un’efficiente evacuazione del calore senza elettricità”, ha spiegato.
Questa mattina, l’Energoatom, l’azienda di Stato che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino, aveva denunciato un distacco della centrale nucleare dalla rete. Questo, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba, avrebbe potenzialmente impedito il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, portando così al rilascio di sostanze radioattive. “Entro 48 ore potrebbero esserci perdite radioattive – aveva scritto Kuleba su Twitter. La barbara guerra di Putin mette in pericolo l’intera Europa. Deve fermarsi immediatamente”.
Non è la prima volta che l’impianto nucleare viene preso di mira da Mosca. Poche ore dopo l’inizio del conflitto, il 24 febbraio, le forze russe avevano combattuto contro quelle ucraine nell’area di Chernobyl, sollevando preoccupazione e provocando la condanna unanime del mondo.
Solo pochi giorni fa il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, aveva risposto alla richiesta di assistenza da parte di Kiev annunciando di essere “pronto ad andare a Chernobyl” per non ignorare un grido d’aiuto fondamentale. Poche ore prima i russi avevano bombardato un’altra centrale nucleare, quella di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, sulle rive del fiume Dnipro, riaccendendo nell’Europa l’incubo del disastro del 1986.