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Kiev, i filorussi ostacolano il dialogo con l’Europa

di Samantha De Martin06 Marzo 2014
06 Marzo 2014

ucraina

Mentre l’Europa spiega le vele della diplomazia avviando faticosi negoziati per scongiurare un’irreversibile degenerazione della situazione in Ucraina, i nazionalisti filorussi, i seguaci di “babbo Putin”, i volontari del sedicente “esercito di difesa della Crimea” scalpitano contro i pacifici propositi dell’occidente assediando i soldati ucraini nella base di Belbek in Crimea. I giovani di “Russkijblok” sfilano con la bandiera russa al braccio, presidiano il Parlamento, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie. Temono che un accordo internazionale li riconduca sotto l’egida di Kiev, oscurando il progetto di una maggiore autonomia della penisola e il sogno di un ritorno, un giorno, alla madrepatria.
Aggredito diplomatico olandese La frattura tra il tentativo di dialogo europeo e la complessa situazione che vede forze filorusse operare in Ucraina, contrapposte a una porzione rimasta fedele a Kiev, trova espressione nell’aggressione, avvenuta ieri nella roccaforte crimea di Simferopoli, che ha visto coinvolto il diplomatico olandese Robert Serry, inviato speciale per l’Ucraina, del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, costretto a rintanarsi in un bar del centro, inseguito e minacciato da un gruppo di uomini armati, per poi  annunciare la fine della propria missione.
La diplomazia, pertanto, tesse le complesse trame lontano dall’intricato puzzle di stati d’animo a Kiev e in Crimea.
11 miliardi dalla Commissione europea La Commissione europea ha intanto proposto di stanziare 11 miliardi di euro a favore dell’Ucraina, per i prossimi due anni, per sostenere “un governo impegnato, inclusivo e riformatore”, ipotizzando la possibilità di creare un gruppo di contatto composto da osservatori internazionali e personale Ocse (organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico) per facilitare il dialogo Mosca-Kiev.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov resiste, per ora, alle pressioni internazionali e lascia Parigi senza incontrare il collega ucraino, ma assicura che i colloqui con gli Usa e l’Ue continueranno nei prossimi giorni per normalizzare la situazione.
Al di là dei fermenti che vedono le forze russe stringersi intorno alla base di Belbek e intorno al comando della Marina ucraina di Simferopoli, la situazione militare sul terreno è stazionaria.
Il “Movimento cetnico” appoggia le forze russe Le forze di autodifesa  russe in Crimea possono contare sull’appoggio dei volontari ultranazionalisti serbi del “Movimento cetnico” la cui formazione si schierò con i fascisti nel corso della seconda guerra mondiale. “Una forza paragonabile ai cosacchi in Russia” ha detto uno dei volontari, Milutin Malisic, nel corso di una conferenza stampa a Sebastopoli. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è mostrare l’appoggio del popolo serbo al popolo russo. Voi siete ora nella stessa situazione in cui si è venuta a trovare in passato la Serbia. L’Occidente e la Ue danno soldi all’opposizione, e raccontano di quanto sia bello vivere in Europa, ma tutto ciò è una menzogna”.

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