L’Unità risorge ancora e riparte da 10 milioni di euro. Questa la cifra messa a disposizione da Giuseppe Veneziani, editore di Stop, Top e Vero, che ha risposto alle richieste d’aiuto di Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico. Si riparte ridimensionando la redazione e i costi dei servizi, che verranno ridotti del 57% rispetto agli anni precedenti. Ma comunque si riparte.
Tra qualche mese la rediviva Unità, che solo poco tempo fa aveva annunciato la chiusura – proprio nell’anno in cui festeggiava 90 anni di vita – tornerà nuovamente nelle edicole italiane. Al raggiungimento dell’obiettivo ha contribuito, oltre che Bonifazi, anche l’editore di minoranza del quotidiano, Maurizio Mian, finanziando di propria tasca parte della cifra necessaria a permettere la rinascita del giornale.
L’impresa non era semplice, specie a causa di quei 30 milioni di debiti che pendevano sulle casse del quotidiano da quando era stato ritirato dal mercato e per risolvere la situazione si è dovuto agire su più fronti. Innanzitutto è stata costituita una Fondazione di cui faranno parte Youdem (prossima all’approdo sul digitale terrestre), Europa (che da novembre passerà da giornale cartaceo a sito online) e infine per l’appunto L’Unità. Dopodiché si è puntato su quello che è la forza dell’Unità: il brand. In questo senso va intesa la decisione di Matteo Renzi di restituire quest’anno alla Festa dell’Unità il suo nome di battesimo.
Trovare concreti finanziamenti da parte del Partito Democratico non è stata invece una soluzione attuabile a causa di opposizioni interne. Nonostante infatti la disponibilità di Piero Fassina, ultimo segretario dei Ds, la possibilità di accedere a fondi che furono dei Democratici di Sinistra ha trovato il fermo rifiuto dell’ex tesoriere di partito Ugo Sposetti. La necessità di agire con tempestività dunque ha portato Bonifazi e Miani ad accettare l’offerta di Veneziano, affidando all’editore di riviste gossip il compito di riportare in edicola il quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Silvia Renda