Da #iorestoacasa a #iorestoinItalia. Non è ancora dato sapere se quest’anno potremo tuffarci in mare o pensare di visitare coste e musei. Ma intanto l’invito iniziato con l’hashtag sui social – e poi rimbalzato anche nelle tv, diventando virale – è di rimanere in Italia.
Perché il settore turistico del nostro Paese – che conta 30mila aziende e 300mila addetti, e che nel 2018 ha inciso per il 13,2% del Pil nazionale – potrebbe essere uno di quelli che maggiormente risentirà della crisi economica causata dal nuovo virus. E allora si pensa già a delle misure che possano venire incontro agli imprenditori del settore, come la detrazione fiscale delle spese del 2020 per lavoratori dipendenti e professionisti (con tetto a 26mila euro), che decideranno di passare le loro vacanze in una località turistica italiana.
Si tratta di un bonus che varia in base al numero dei componenti del nucleo famigliare, da un valore minimo di 100 euro a un massimo di 325. Una misura che dovrebbe rientrare già nel prossimo decreto, anche se rimane l’incognita sulla fine del lockdown e sulle restrizioni che ci saranno nei prossimi mesi.
Se c’è chi ipotizza che sia necessario pensare che non si andrà al mare fino all’estate del 2021, c’è anche chi invece ritiene che sia necessario aprire le stazioni turistiche: “Io credo che quest’anno le vacanze si potranno fare – ha detto il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani -. Non sono d’accordo con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha detto di non prenotare. Ritengo che rispettando alcune regole e con le debite distanze si possa pensare di andare in vacanza, restando comunque prudenti”.
Ma tra gli imprenditori del settore turistico c’è chi già pensa a come rendere più sicuri gli stabilimenti balneari, magari con dei box in plexiglass che separino gli ombrelloni. Una soluzione che non sembra piacere all’Assobalneari, che ha invece proposto – chiedendo un incontro al governo – di andare in spiaggia con le mascherine e di fare la coda ai chioschi, come si fa ora al supermercato.
Non solo: per garantire minore affollamento, gli imprenditori turistici e balneari immaginano di dimezzare le file degli ombrelloni. “Chiediamo certezze: dobbiamo prevedere delle assunzioni, tutelare la salute di tutti ed effettuare investimenti per preparare le spiagge”.