ISTANBUL – ll sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale esponente dell’opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan, è stato arrestato questa mattina, 19 marzo. È stato lui stesso ad annunciarlo su X: “Centinaia di poliziotti si sono presentati alla mia porta e hanno fatto irruzione in casa mia. Ho fiducia nella mia nazione”.
Lungo l’elenco dei capi di accusa: “estorsione, corruzione, frode, terrorismo e favoreggiamento” del Pkk. Secondo quanto riporta la CnnTurk, Imamoglu resterà in cella per almeno quattro giorni, “C’è un’ordinanza di arresto per 106 persone di cui 84 sono al momento in stato di arresto”, ha affermato Nihat Uludag. Imamoglu era stato eletto sindaco di Istanbul nel marzo 2019, sconfiggendo il presidente Erdogan e decretando una sconfitta storica per il suo partito, che aveva amministrato la città per 25 anni. I risultati delle elezioni sono stati più volte contestati dal presidente turco, che ne dichiarò l’irregolarità. In vista delle contestazioni, le elezioni si sono ripetute pochi mesi dopo, vinte nuovamente da Imamoglu.
Stop alle manifestazioni
Un’ordinanza che non accetta dissensi. L’arresto è stato subito contestato dai principali partiti di opposizione e dai sostenitori del sindaco. Per far fronte a un’eventuale escalation sono state vietate fino al 23 marzo tutte le manifestazioni politiche e letture pubbliche di comunicati stampa. Blindate temporaneamente anche alcune fermate della metropolitana.
“Stiamo subendo un colpo di Stato contro il nostro prossimo presidente” ha affermato Ozgur Ozel, segretario del maggior partito di opposizione (Chp), con il quale Imamoglu è stato eletto per due volte sindaco di Istanbul. Nella veste di principale avversario di Erdogan, infatti aveva recentemente annunciato di volersi candidare alle prossime elezioni presidenziali, in programma nel 2028.
A prendere le difese del sindaco anche Tuncer Bakirhan, presidente del partito filo-curdo Dem, il terzo partito politico nel Parlamento turco, che intravede nell’ordinanza un esplicito “attacco alla democrazia e alla volontà popolare”
I precedenti
Il sindaco era già stato nel mirino della giustizia. Negli ultimi mesi infatti era stato messo sotto inchiesta per diversi reati, tra cui “tentativo di influenzare la magistratura”. Nel 2022 invece aveva ricevuto una condanna a oltre due anni di carcere con l’accusa di insulto a pubblico ufficiale, che in teoria gli avrebbe precluso di partecipare alla vita politica. Ma la mancata conferma della sentenza da parte della corte d’appello gli ha permesso di esercitare la sua carica.
La revoca della laurea
Ad ostacolare la strada di Imamoglu alle elezioni si presenta anche una recente inchiesta, indetta dall’Alto consiglio per l’istruzione in Turchia, sulla validità della sua laurea. In un post su X l’account dell’Università di Istanbul ne ha annunciato l’annullamento, in quando ritenuta illegittima e fasulla. Requisito essenziale per presentarsi alle elezioni, la laurea era stata conseguita da Imamoglu presso l’Università di Istanbul in seguito a un trasferimento nel 1990 da un altro ateneo, all’epoca non riconosciuto ufficialmente dall’Alto consiglio per l’istruzione in Turchia.