TUNISI – Tensione altissima a due anni dalla Rivoluzione dei gelsomini, l’omicidio di ieri del leader democratico Chokri Belaid ripiomba la Tunisia nel tempo in cui si faceva sparire il dissenso nel sangue e gela la speranza di laici e religiosi per una transizione davvero democratica, che adesso cerca un’accelerazione nell’annuncio di “un nuovo governo tecnico di unita’ nazionale”.Governo tecnico entro 24 ore. La decisione del premier tunisino, Hamadi Jebali di sciogliere il governo per vararne un altro fatto di tecnici che prepari le elezioni politiche, dopo l’uccisione di Chokri Belaid, ha incassato l’ok di Ettakatol, che, insieme ad Ennahda e Congresso per la Repubblica, faceva parte della maggioranza. L’appoggio è stato ufficializzato dal portavoce di Ettakatol, Mohamed Bennour, secondo cui il partito ritiene opportuna la formazione di un ”governo di competenze nazionali indipendenti”.
Lo ha riferito al Jazira. È stato anche annunciato un messaggio di al Jebali alla nazione.
Due uomini su una motocicletta. Quella che ha messo fine alla vita del capo del partito dei Patrioti democratici, formazione di opposizione laica, è stata una vera e propria esecuzione. Un commando di due persone, a bordo di una motocicletta, si è affiancato alla sua auto, ha atteso che scendesse dalla propria abitazione e poi lo ha ucciso sparandogli al petto. Nadia Daoud, giornalista vicina di casa dell’uomo politico, ha affermato di sospettare che anche l’autista di Belaid possa essere coinvolto nell’assassinio, dopo averlo visto chiacchierare con un membro del commando appena prima dell’omicidio. L’omicidio coglie il paese maghrebino in una fase di transizione, con un’Assemblea costituente impegnata nella scrittura della nuova Costituzione. “L’omicidio di Belaid”, ha detto il premier Hamad Jebali in un messaggio al Paese, “è una lezione per noi, affinchè non perdiamo più tempo e ci assumiamo le nostre responsabilita”. “Ho deciso – ha aggiunto – di formare un governo di unità nazionale e di durata limitata, con la presenza di tecnici di nessuna appartenenza partitica, per amministrare il Paese e prepararlo a elezioni libere e trasparenti”. Il premier ha poi invitato tutti i tunisini a “non tenere manifestazioni e sit in affinchè si dia modo al nuovo governo di lavorare” e ha sollecitato l’Assemblea costituente “a fissare in mondo inequivoco la data delle prossime elezioni, che dovranno tenersi il più presto possibile”.
La vittima. Belaid era uno dei massimi esponenti di Nidaa Tounes, la formazione politica di recente costituzione e che è la più importante dell’opposizione tunisina. Nidaa Tounes è stata oggetto di numerosi atti di violenza da parte di miliziani della Lega per la protezione della rivoluzione, considerati fiancheggiatori del governo. Si è battuto per una Tunisia laica e contro le derive islamiste del partito di governo Ennahda.
Alta tensione. La polizia, per disperdere la folla, ha lanciato gas lacrimogeni, mentre quattro partiti dell’opposizione hanno deciso di uscire dall’Assemblea legislativa. “Continueremo a combattere i nemici della rivoluzione” ha detto il presidente tunisino Moncef Marzouki a Strasburgo per partecipare alla sessione plenaria del Parlamento europeo. Marzouki è immediatamente rientrato a Tunisi e ha anche annullato il suo viaggio di domani al Cairo per partecipare al Vertice della cooperazione islamica. Ennahda si difende, facendo scendere in campo il leader carismatico. Gli assassini di Chokri Belaid “vogliono un bagno di sangue” in Tunisia “ma non ci riusciranno”, ha detto Rashid Ghannouci, accusato dalla famiglia di Belaid di essere il mandante dell’omicidio.
Lorenzo Caroselli