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Tunisi, sono 4 le vittime italiane, nove arresti fra i complici degli attentatori. L’ allarme del presidente della comunità araba in Italia

di Elisa Mariella19 Marzo 2015
19 Marzo 2015

tunisi-attacco-museo-del-bardo-defaultA poco più di 24 ore dall’attacco al museo del Bardo di Tunisi, arriva la conferma ufficiale: sono 4 gli italiani morti sotto i colpi dei terroristi. Fino alla mattina di giovedì, i bilancio era di due morti accertati, Francesco Caldara e Orazio Conte, ma nel pomeriggio è arrivata la conferma che le due donne fino a ora ritenute disperse, Giuseppina Biella e Antonella Sesino, anche loro piemontesi, sono anche loro da considerare tra le vittime dell’attacco.. Ventidue i morti (fra cui due miliziani dell’Isis), secondo l’ultimo bilancio diffuso dal governo, e almeno una cinquantina di feriti. Ma i dati sono ancora in aggiornamento. I terroristi indossavano cinture esplosive ed erano in possesso di armi molto avanzate. A confermarlo Najem Gharsalli, il ministro degli Interni tunisino. “Sarebbero potute essere molte di più le vittime”, ha aggiunto. Nove persone, tutti tunisini,  sono state arrestate in relazione all’attentato di ieri e altre cinque persone sono interrogate in queste ore dalla polizia.

 Altri due italiani risultano feriti. Si tratta (e questo è stato confermato dalla Farnesina e dalle autorità tunisine) di croceristi imbarcati in due diverse navi: Costa Fascinosa e Msc Splendida. Al momento dell’attacco, nel luogo della sparatoria erano in circolazione tre bus turistici con i partecipanti alla crociera sulle due imbarcazioni. Durante le operazioni di ieri al Bardo, sono stati circa cento i connazionali messi in salvo dalle forze di polizia.

Sono state ore drammatiche quelle di ieri per gli ostaggi tenuti sotto scacco all’interno del museo. Su Twitter e molti altri social, sono stati proprio i “prigionieri” a diffondere immagini e video di quello che stava succedendo all’interno, prima che un blitz armato li liberasse. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco del commando, composto da cinque persone. Fra queste Jabeur Khachnaoui, originario della città di Kasserine, e Yassine Laâbidi, di Ibn Khaldoun. Jabeur Khachnaoui, scomparso da tre mesi. Il governo tunisino ha poi riferito che tre membri del commando sarebbero riusciti a fuggire, ma nella serata di ieri due sospetti sono stati arrestati.

Le vittime italiane sono il torinese Orazio Conte (marito della ferita Carolina Bottari) e Francesco Caldara pensionato di Novara. Il sindaco di Torino Fassino ha proclamato il lutto cittadino per le vittime e per questa sera è in programma davanti a Palazzo civico una manifestazione: Torino contro il terrorismo, per esprimere solidarietà alle vittime e ribadire l’impegno a una mobilitazione di tutte le coscienze per fare argine e muro contro le violenze.

Le reazioni. Angoscia e dolore sono i sentimenti che hanno accompagnato in queste ore tutte le forze politiche del mondo, che si sono strette al lutto di Tunisi e delle famiglie che hanno visto morire, nell’attentato di ieri, i propri cari.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato oggi durante la trasmissione Agorà, che in Italia tutti i livelli di allerta di mobilitazione delle forze di sicurezza sono al massimo, nel caso di minaccia terroristica anche nel nostro paese. Il ministro ha poi ricordato che a oggi non esistono minacce specifiche nei confronti dell’Italia, ma che si continua a lavorare per proteggere i nostri confini. “Dobbiamo proteggere i nostri concittadini ed alzare i livelli di sicurezza sui possibili bersagli del terrorismo”, tutte cose – ha detto Gentiloni – che “il ministero interno sta facendo”, sottolineando che non esistono elementi di connessione tra fenomeno migratorio e terrorismo, ma nessuno può in teoria escluderlo.
Il terrorismo è un problema con il quale conviveremo nei prossimi anni, ma bisogna stare attenti a non scivolare nell’allarmismo. Il partito islamico Ennahda, proprio a Tunisi, ha indetto nel centro della città un sit-in per esprimere il forte dissenso contro i radicalismi e soprattutto contro il terrorismo. Anche Foad Aodi, presidente della Co-Mai, comunità del mondo arabo in Italia e dell’Amsi, Associazione Medici di origine Straniera in Italia, ha espresso rammarico e dolore per i fatti avvenuti ieri in Tunisia. Durante la presentazione del libro Intercity di Stefano delle Cave, tenutasi ieri a Roma, il professore Aodi ha detto: “Il pericolo del terrorismo non arriva dalle moschee, dai centri di culto. Il pericolo viene dal web. Social network come Facebook e Twitter sono i canali attraverso i quali i terroristi prendono consensi. I giovani viaggiano su questi canali ed è per questo che bisogna monitorarli costantemente”.

Secondo il presidente tunisino Béji Caïd Essebs, “la Tunisia farà di tutto per impedire nuovi attacchi”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso una ferma condanna per un gesto vile e odioso, commesso ai danni di persone inermi, dedicando poi un pensiero particolare alle vittime della strage. Alla Camera, il premier Matteo Renzi ha definito l’attentato di ieri un fatto riconducibile a un determinato tipo di minacce, sicuramente di stampo terroristico.“Ha provocato la morte di alcune persone e il ferimento di altri, in un luogo simbolico, un museo – ha detto Renzi – un luogo di cultura di un Paese islamico moderato, a poca distanza da un altro luogo simbolico, un Parlamento. Prima di tutto il pensiero va alle vittime, alle loro famiglie, ai feriti”.

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