Ogni volta che la Juventus chiama, Igor Tudor risponde sempre presente. Si tratta del terzo ritorno del “gigante” croato alla Continassa, questa volta con una missione ben definita: rialzare la Vecchia Signora in due mesi dopo la disastrosa gestione Motta.
Quando pagò di tasca propria pur di sedersi sulla panchina bianconera
Chiamato nel 2020 per assistere l’allora debuttante Andrea Pirlo, Tudor ha versato di tasca propria la clausola per liberarsi dall’Hajduk Spalato, la squadra del suo cuore. Una scelta difficile, visto il legame con il team che lo ha lanciato da giocatore prima e da allenatore poi. “Ma la Juventus è sempre la Juventus”, parola di Igor Tudor.
Nel 1998 l’esordio in bianconero da calciatore
È il 1998 quando, a vent’anni, approda in bianconero, scovato dai dirigenti a Spalato dopo aver superato la concorrenza di superpotenze come Real Madrid e Bayern Monaco. Quasi due metri di altezza, in palestra è stato necessario intervenire sui macchinari per permettergli di lavorare comodo. Ad inventarlo jolly, Marcello Lippi. Al centro della difesa una possenza non indifferente, a centrocampo un vero e proprio valore aggiunto. Due scudetti in 7 stagioni (1998-2005) e quindici gol. Dopo una brevissima parentesi al Siena, il ritorno alla Juventus in serie B nel 2006. Zero le presenze quell’anno per via di un fastidio al ginocchio, ma una grande dimostrazione d’amore nei confronti della Vecchia Signora: la riduzione del proprio ingaggio.
Un uomo dalla personalità marcata
La personalità non manca di certo all’ex difensore, che ha smesso di giocare a 31 anni per via dei troppi acciacchi. Sempre diretto ma in ogni caso pronto al dialogo, schietto e senza sottintesi, Tudor ha raccontato di un’adolescenza tranquilla in Dalmazia, lontano dagli echi di guerra. Si è fatto notare per il suo sopracciglio folto e per la sua grande statura.
Ora il compito di sostituire l’uscente Thiago Motta
Dopo le parentesi in panchina con Verona, Marsiglia e Lazio e gli ottimi risultati raggiunti, ora il compito di sostituire Thiago Motta e guidare la Juventus per questo finale di stagione fino al Mondiale per Club (contratto fino al 30 giugno 2025).
Motta: “In panchina ho vissuto momenti intensi”
L’ormai ex allenatore bianconero, in una dichiarazione all’Ansa, ha detto: “Ho vissuto momenti intensi, affrontati sempre con massima determinazione e volontà di migliorare ogni giorno. Ringrazio la proprietà per avermi dato la possibilità di fare parte di questo grande club, la dirigenza e tutte le persone del club che mi hanno sostenuto nel lavoro quotidiano, i giocatori per il lavoro e l’impegno profusi fin dal primo giorno insieme. Auguro ai tifosi e alla Juventus il meglio per il futuro”.