È la Waterloo di Trump. L’abolizione dell’ObamaCare, il progetto di legge che avrebbe dovuto scolpire nella pietra l’epitaffio della presidenza Obama, si sta rivelando un Vietnam, una palude senza ritorno. Ieri la Casa Bianca ha incassato l’ennesima sconfitta, al Senato, su quella riforma che da mesi il presidente sta tentando di imporre ai riluttanti senatori repubblicani, destinata a fare a pezzi l’eredità del primo presidente nero: l’assicurazione sanitaria estesa a tutti, pagata dallo Stato per i non abbienti, con prezzi calmierati per la classe media.
Questa volta la batosta è definitiva. Un vero schiaffo per i fedelissimi di Trump, perché oltre ai voti contrari annunciati e già preventivati di John McCain e Rand Paul, è arrivato l’alt da parte della senatrice Susan Collins. Che ha sparigliato le carte, affondando l’ennesimo, finale assalto repubblicano all’Obama Care. La Collins non si è fermata al voto contrario, piombato come un macigno sui programmi del presidente. Di fronte alle telecamere la senatrice ha rivelato che il progetto di legge avrebbe determinato la perdita immediata di ogni copertura sanitaria per milioni di americani, secondo le stime ufficiali presentate dal Congressional Budget Office.
Una giornata no per l’inquilino della Casa Bianca, che ha dovuto incassare anche la sconfitta in Alabama del suo candidato alle primarie repubblicane per la sostituzione del seggio lasciato libero dal senatore Jeff Sessions, ora segretario alla Giustizia. A soffiargli il posto in Senato il candidato appoggiato da Steve Bannon, il consigliere presidenziale legato all’estrema destra suprematista, fondatore del sito neonazista Breitbart News, silurato dal presidente poche settimane fa. In perfetto stile Darth Vader, prima di chiudersi la porta alle spalle aveva annunciato vendetta, vaticinando la fine della presidenza Trump. E ora canta vittoria, con il suo pupillo eletto nello stato più conservatore d’America.
Ma Trump, da bravo giocatore d’azzardo, rilancia: “Taglieremo enormemente le tasse per la classe media”, dichiara presentando la riforma fiscale messa a punto dalla sua amministrazione. “Il sistema sarà reso più semplice e giusto”, ha rimarcato il presidente. E annuncia anche l’inizio dei lavori per la costruzione del muro lungo il confine con il Messico, quel muro che era stato il punto di forza della sua campagna elettorale.