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Trump parlerà sul Russiagate
Apertura ai Dreamer ma vuole
fondi per il muro in Messico

Il presidente Usa ancora contro Clinton

per indagini su mail dell'ex candidata

di Michela Eligiato25 Gennaio 2018
25 Gennaio 2018

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si dice pronto a parlare sotto giuramento con Robert S. Muller III, consigliere speciale per l’inchiesta “Russiagate”. “Non vedo l’ora”, ha detto mercoledì davanti ai giornalisti alla Casa Bianca, prima di partire per Davos, sede del World Economic Forum.

Russiagate. La sua volontà di testimoniare sotto giuramento, però, ha una condizione, scrive il New York Times: il Presidente degli Stati Uniti infatti vuole sapere in anticipo se Hillary Clinton ha dovuto testimoniare sotto giuramento per le indagini dell’FBI riguardanti la storia delle e-mail. Clinton si era offerta volontaria a luglio 2016, ma Trump è di un altro avviso e attacca la sua rivale, sostenendo che nell’Emailgate l’ex segretario di stato non testimoniò sotto giuramento, come invece è pronto a fare lui, anche se la questione è all’esame dei suoi avvocati.

Dreamer. Ma quella dell’interrogatorio non è l’unica doccia fredda per The Donald. La giustizia americana, infatti, ha bloccato temporaneamente la decisione dell’amministrazione Trump di mettere fine al programma che tutela i Dreamer, ovvero le 800mila persone arrivate negli Stati Uniti da bambini con genitori immigrati illegali, lasciando di fatto in vigore le norme dell’era Obama fino a quando le azioni legali avviate non saranno risolte. Il primo incontro fra democratici e repubblicani, secondo la Casa Bianca, è stato positivo. Il nodo da sciogliere però resta la volontà di Trump di legare il programma sui Dreamer al muro con il Messico, al quale i democratici si oppongono.

Messico. Donald Trump ha annunciato, infatti, che vuole lo stanziamento di 25 miliardi di dollari per il muro col Messico, oltre a 5 miliardi previsti per le misure aggiuntive sulla sicurezza dei confini, un “do ut des” necessario, secondo Trump. “Faremo un grande lavoro sui Daca – il programma di protezione dei Dreamer voluto da Obama e da lui cancellato a partire dal prossimo sei marzo -. Ma per farlo servono i fondi per costruire il muro”, ha insistito.

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