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HomeEsteri Covid, Trump alza il tiro contro l’Oms
“Troppo filocinese, cambi o ne usciremo”

Tensione Stati Uniti-Oms
Trump lancia l'ultimatum
"Se non cambia, ne usciremo"

Sotto accusa la linea troppo filo-cinese

Replica di Pechino: "Parole infanganti"

di Matteo Petri19 Maggio 2020
19 Maggio 2020

epa08365295 US President Donald J. Trump delivers remarks at the Coronavirus Task Force briefing about the COVID-19 pandemic in the Rose Garden at the White House in Washington, DC, USA, 15 April 2020. EPA/SHAWN THEW / POOL

Nuovo schiaffo di Donald Trump all’Oms: il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di rendere definitivo lo stop dei finanziamenti americani e di lasciare la stessa Organizzazione mondiale della sanità. Meno di cinque ore dopo è arrivata la risposta di Pechino, che ha accusato il tycoon di star “infangando la Cina”.

In una lettera al direttore generale della World Health Organization Tedros Adhanom Ghebreyesus, il presidente Usa ha elencato le accuse sulla gestione della crisi del Covid-19 e l’eccessiva vicinanza alla Cina. La Casa Bianca ha promesso quindi severi provvedimenti qualora il massimo ente responsabile della salute nel mondo “non si impegni su sostanziali miglioramenti nei prossimi 30 giorni”. Nella lettera postata sulla sua pagina Twitter l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato “un’allarmante carenza di indipendenza dalla Repubblica popolare cinese” da parte dell’Oms. Quindi, le responsabilità di Pechino sulla diffusione di un virus a Wuhan già a inizio dicembre. “Prima della fine dello scorso anno – ha precisato il numero uno statunitense – l’ufficio di Pechino dell’Organizzazione era a conoscenza di un problema a Wuhan, e il 31 dicembre le autorità di Taiwan segnalarono la trasmissione dell’infezione da uomo a uomo”. Secondo Trump, la Who ha ripetutamente dato “giudizi inaccurati e fuorvianti”, spesso riprendendo le posizioni cinesi, tra cui la ipotetica intrasmissibilità del virus da uomo a uomo. Sotto la lente, poi, anche un incontro, il 28 gennaio, nella Capitale cinese tra il presidente Xi Jinping e lo stesso presidente dell’Organizzazione mondiale della sanità Ghebreyesus. Infine, nella sua lettera, Trump punta il dito contro il mancato accesso tempestivo di un team di esperti internazionali già a fine gennaio nella provincia dell’Hubei e la rivendicazione sull’inutilità della chiusura delle frontiere e della limitazione dei viaggi, come chiesto dalla Cina. “Sono evidenti – ha concluso Trump –  che i ripetuti passi falsi dell’Oms nella risposta alla pandemia sono stati estremamente costosi per il mondo” e, “in assenza di cambiamenti significativi – ha chiosato Trump – non permetterò che i dollari dei contribuenti americani continuino a finanziare un’Organizzazione che non sta chiaramente servendo gli interessi dell’America”.

La Cina risponde con le parole del portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian. “La lettera inganna l’opinione pubblica e infanga la Cina” ha scritto il funzionario, secondo cui poi “il tentativo è quello di spostare le colpe dalla risposta maldestra degli Stati Uniti alla pandemia”.

Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute italiano Roberto Speranza, che ha auspicato un rafforzamento del ruolo centrale dell’Oms. “Soprattutto in tempi di crisi, bisogna lavorare insieme per costruire un’Agenzia più forte – ha affermato il ministro al termine del suo intervento proprio all’Oms -. Dobbiamo assicurarci che sia completamente indipendente da influenze esterne, politiche o finanziarie, e che sia guidata solo dalla scienza”.

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