C’è un nome, dietro allo scandalo che sta tormentando le notti del neopresidente Donald Trump. Ed è il nome di una spia, un agente segreto: Christopher Steele, ex 007 dell’MI6 agli ordini di sua Maestà, oggi direttore di un’agenzia privata di intelligence. Steele, personaggio alla James Bond, a capo della Orbis Business Intelligence, è l’autore del dossier – tuttora non verificato da altre fonti – che svelerebbe l’esistenza di video a luci rosse in mano ai russi, con protagonista ovviamente il nuovo capo della Casa Bianca.
Video compromettenti, che se davvero fossero nelle mani di Putin potrebbero essere usati dal Cremlino per ricattare il futuro Commander in Chief statunitense, compromettendone pesantemente la capacità decisionale. Ma non solo. Nel dossier di 35 pagine prodotto da Steele ci sarebbero pesanti accuse riguardanti legami a doppio filo tra Donald Trump ed esponenti del governo russo. Secondo fonti dell’emittente televisiva britannica BBC, l’ex agente dell’MI6 sarebbe stato incaricato da Jeb Bush – e da un gruppo di repubblicani della corrente di opposizione a Trump – di effettuare le indagini sul tycoon e sulle sue frequentazioni durante i viaggi a Mosca.
A gettare acqua sul fuoco è intervenuto oggi il direttore della Central Intelligence Agency, James Clapper, che si dichiara estraneo tanto dalle indagini effettuate su Trump quanto dal dossier. “Sono profondamente costernato” dalla pubblicazione del documento, ha dichiarato il capo della Cia, sottolineando di aver telefonato al neopresidente per metterlo al corrente che “il dossier non è un prodotto dei servizi segreti statunitensi” e che la fuga di notizie “è corrosiva e dannosa per la sicurezza nazionale Usa”. Si va dunque verso una tregua tra l’agenzia di intelligence americana e il prossimo inquilino della Casa Bianca, dopo che ieri Trump aveva paragonato su Twitter i servizi americani a quelli della Germania nazista. Nel frattempo Steele, autore del dossier, dopo la divulgazione del suo nome alla stampa si è dato alla fuga. Terrorizzato, secondo fonti citate dal Daily Telegraph, dalla rivelazione della sua identità, per possibili ritorsioni da parte dei russi.