Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, quasi ogni giorno aizza i suoi 58 milioni di follower su Twitter contro il procuratore speciale del Dipartimento di Giustizia Robert Mueller, che sta seguendo in prima persona il caso Russiagate. È uno da “caccia alle streghe”, scrive l’inquilino della Casa Bianca, e quelli che collaborano con lui dei “ratti”. Gli alleati del presidente al Congresso, oltre ai media conservatori, gli fanno puntualmente eco, minacciando l’intenzione del Dipartimento di giustizia e dell’FBI di sovvertire quello che rimane un presidente eletto democraticamente. È questo il clima di accuse in cui, da due anni, si muove l’amministrazione Trump: lo riferisce (e lo ricostruisce) il New York Times, in un dossier pubblicato oggi che raccoglie tutti gli attacchi del Presidente degli Stati Uniti alle indagini (e agli investigatori) sul suo operato.
È la “guerra” personale di Trump, riferisce sempre il quotidiano americano, contro le leggi federali, e si sviluppa attraverso pressioni, insulti e vere e proprie intimidazioni. Nel dossier, frutto di un lavoro di raccolta di dichiarazioni (spesso su Twitter), di interviste con funzionari governativi attuali e passati e di una revisione dei documenti riservati della Casa Bianca, il New York Times segnala episodi già noti ma anche inediti.
In totale, per il solo Russiagate, Trump avrebbe pubblicamente attaccato gli investigatori in quasi 1200 occasioni, tanto da esporsi anche a un’indagine per ostruzione alla giustizia. Nel suo dossier, il quotidiano ricostruisce attraverso infografiche il tutto, mostrando i picchi delle accuse pubbliche sul caso durante l’estate del 2018, con esternazioni anche sull’FBI e sulla Clinton. A corredo, poi, un calendario fittissimo con tutti i giorni in cui Trump si è scagliato contro i suoi nemici, a riprova di una guerra mediatica quotidiana. E logorante.