Prosegue la 48esima edizione del World Economic Forum di Davos. Per domani, è prevista la partecipazione ai lavori del presidente Donald Trump, che negli scorsi giorni con le sue dichiarazioni ha già scatenato un vero e proprio caos mediatico. A poco più di un anno dall’inizio del suo mandato infatti, il tycoon minaccia una guerra commerciale a livello globale, in difesa del protezionismo degli Stati Uniti.
Nel mirino del colosso americano ci sono in particolare Cina e Corea del Sud, verso le quali il presidente Usa ha deciso di imporre dazi doganali altissimi sull’importazione di lavatrici e pannelli solari. Per quanto riguarda i pannelli di importazione cinese, inizialmente si tratterà di un prelievo pari al 30%, che andrà a scalare fino al 15%. Una scelta giustificata da parte di Trump in un’intervista del 17 gennaio alla Reuters, in cui aveva annunciato una serie di provvedimenti per contrastare “le scorrettezze” cinesi. Dai prossimi tre anni invece, le lavatrici saranno tassate del 20% sui primi 1,2 milioni di pezzi, e perfino del 50% sulle quantità aggiuntive. Le misure decise dalla Casa Bianca prendono spunto dalle denunce avanzate da alcune aziende americane come la Whirlpool, il gigante degli elettrodomestici che ha accusato i produttori stranieri di causare gravi danni all’economia Usa vendendo beni troppo a buon mercato.
Gli Usa si riforniscono soprattutto da due grandi aziende sudcoreane: Samsung e Lg Electronics, tra gli alleati più importanti e strategici del mercato a stelle e strisce. Il messaggio di Trump dunque è chiaro: se si tratta degli “interessi delle industrie e dei lavoratori americani”, non ci saranno sconti per nessuno. Ora però, si attendono le reazioni dei Paesi in questione. Cina e Corea del Sud infatti, hanno fatto sapere di aver già fatto ricorso al Wto.
“L’azione decisa dal presidente mette in chiaro che l’amministrazione Trump difenderà sempre le imprese, i lavoratori, gli agricoltori e gli allevatori americani”, ha fatto sapere Robert Lighthizer, rappresentante americano per il commercio. “I dazi si trasformeranno in una tassa per i consumatori”, ha risposto invece il senatore John McCain.
In subbuglio anche le associazioni di produttori americane, prima fra tutte la Solar Energy Industries Association. Se si considera che fino ad ora i prezzi bassi dei prodotti asiatici hanno permesso un mercato molto conveniente nel settore infatti, ora la conseguenza dei dazi potrebbe essere un aumento dei prezzi e quindi una crisi dell’economia americana nel settore. E non ultima la perdita del posto di lavoro per migliaia di operai americani. Ecco allora, che il protezionismo trumpiano si potrebbe rivelare una vera e propria arma a doppio taglio.