Sabato mattina sui social non si parlava d’altro. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivolto accuse pesanti a Barack Obama con una serie di tweet. Il tycoon ha affermato di essere stato spiato sin dalle ultime fasi della sua campagna elettorale con delle cimici nella Trump Tower, il quartier generale suo e del suo staff. Il responsabile sarebbe proprio l’ex Presidente, ma non sono state fornite prove concrete rispetto a quanto dichiarato da Trump. Si pensa che il tycoon basi le proprie convinzioni su un articolo di Breitbart news, sito dell’alt-right americana creato da Stephen Bannon, consulente di fiducia della nuova amministrazione della Casa Bianca. Attraverso una nota ufficale, Trump ha poi chiesto al Congresso di avviare un’inchiesta sul caso. “Nè la Casa Bianca, né il presidente commenteranno ulteriormente la vicenda fino a che questa supervisione non sarà portata a termine”, si legge nella nota.
How low has President Obama gone to tapp my phones during the very sacred election process. This is Nixon/Watergate. Bad (or sick) guy!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 4 marzo 2017
Subito sono arrivate le smentite da più fronti. Durante il “Meet The Press” della NBC, James Clapper, ex Director della National Intelligence, ha respinto ogni accusa. “Se la corte federale avesse ordinato delle intercettazioni sul candidato Trump come Direttore dell’intelligence nazionale lo avrei saputo, quindi posso escluderlo categoricamente”, ha affermato l’ex numero uno dei servizi Usa. Il direttore dell’FBI, James Comey, ha richiesto, invece, al dipartimento della Giustizia americano una smentita pubblica. È stato poi il turno del portavoce di Obama, Kevin Lewis: “Una regola fondamentale dell’amministrazione Obama è stata quella secondo cui nessun responsabile della Casa Bianca ha mai interferito con le indagini guidate dal Dipartimento alla giustizia”.
Ovviamente i Democratici hanno reagito con forza alle accuse. “Ridicolo, è un insulto”, ha detto la leader alla Camera Nancy Pelosi. Se non stupisce la reazione della sinistra, ambigua è, invece, la posizione di Marco Rubio. Nel clima di scetticismo che aleggia anche tra i Repubblicani, il senatore repubblicano della Florida ha dichiarato alla CNN: “Non sarò parte di una caccia alle streghe, così come non lo sarò di un insabbiamento”. Ha poi chiesto alla Casa Bianca di fornire ulteriori chiarimenti.
Qualche mese fa il giornalista del New York Times, Eric Lipton, invitava i giornalisti a non impostare la loro agenda sul profilo Twitter di Donald Trump: anche questa volta il tycoon è stato in grado di condizionare tutto il lavoro dei media. Il Presidente, inoltre, sembra essere consapevole che questo genere di dichiarazioni funzioni con il proprio elettorato e ne rafforzi le idee.