HomeCronaca “Trovare un equilibrio tra il lavoro e la vita privata non è mai semplice”

"Trovare un equilibrio tra il
lavoro e la vita privata
non è mai semplice"

L'imprenditrice Cesarini: "Bisognerebbe

finanziare anche i settori tradizionali"

di Allegra Civai23 Settembre 2024
23 Settembre 2024

Claudia Cesarini è un’imprenditrice vincitrice, lo scorso anno, del bando “Made in Rome al femminile”, promosso da Roma Capitale. Con Lumsanews parla della sua attività, Lotta Libreria, e di quanto siano importanti i finanziamenti locali e nazionali.

Come è nata l’idea e cosa le ha fatto sentire il bisogno di creare un’impresa simile ?

“Lotta Libreria è nata alla fine del 2019, in una vecchia libreria di quartiere che avevamo frequentato da ragazzi e che aveva lasciato un vuoto nella comunità. La passione per i libri è sempre stata una costante nella mia famiglia e ho deciso di seguire il mio amore per la lettura. Insieme a mia madre, che era in pensione, abbiamo colto l’opportunità di avviare questo progetto. Il nostro obiettivo non è solo vendere libri, ma costruire una comunità attorno ai libri e alla lettura. Vogliamo essere un luogo di aggregazione e inclusione, avvicinando anche i non lettori al piacere della lettura”.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?

“Anzitutto  la sostenibilità economico-finanziaria, poiché i margini di profitto legati alla vendita di libri sono minimi. Le librerie indipendenti vendono poche copie, il che rende difficile raggiungere un equilibrio economico. Tuttavia, si possono realizzare progetti significativi collaborando con le scuole e coinvolgendo attivamente le istituzioni, promuovendo così l’educazione alla lettura come responsabilità condivisa nel territorio”.

Quanto è stato utile vincere il bando “Made in Rome al femminile”?

“Tanto, poiché ci ha consentito di dedicare tempo e risorse alla programmazione a medio-lungo termine, spesso difficile nella gestione quotidiana. I fondi ottenuti sono stati utilizzati per ristrutturare il nostro e-commerce, rendendolo più user-friendly e capace di replicare l’esperienza accogliente della libreria”.

Si è fatta aiutare da qualche associazione per partecipare a questo bando ?

“No, l’ho trovato  sul sito del Comune di Roma e ho gestito tutto il processo da sola. Tuttavia, non tutti gli imprenditori hanno le competenze necessarie per partecipare, a prescindere dal genere. Molti non hanno avuto l’opportunità di acquisire esperienza in attività come scouting, progettazione e rendicontazione, rendendo il percorso più difficile”.

Cosa si dovrebbe fare per aiutare le imprenditrici donne?

“Il sostegno economico attraverso progetti finanziati è una buona iniziativa, ma servirebbe ampliare e diversificare queste opportunità, tenendo conto di una prospettiva di genere. Attualmente, molti bandi sono focalizzati su innovazione e digitalizzazione, ma non tutte le microimprese operano in questi ambiti. Sarebbe utile estendere i finanziamenti anche a settori più concreti e tradizionali, che rappresentano il lavoro quotidiano di molte imprenditrici”.

Come ha conciliato la sua vita familiare con l’attività imprenditoriale?

“Raramente si raggiunge un equilibrio perfetto. Ci sono momenti in cui le esigenze familiari prevalgono, costringendomi a sacrificare il lavoro; in altri casi, la famiglia deve adattarsi alle necessità professionali. Nella mia esperienza, trovare questo equilibrio non è mai semplice e comporta inevitabilmente dei sacrifici”.

Ha avuto bisogno di altri supporti finanziari, oltre a quelli del bando?

“No, ma ulteriori forme di sostegno e finanziamento sarebbero sicuramente utili. Ogni opportunità progettuale è preziosa perché permette di fare rete, favorisce il confronto e crea nuove relazioni”.

Le donne sono svantaggiate, secondo lei, nel mondo del lavoro?

“È evidente che esiste un pregiudizio socio-culturale che ci penalizza. È come se partissimo dieci metri indietro rispetto agli uomini già dal nastro di partenza. Inoltre, c’è una tendenza a riconoscere poco i nostri meriti e, anche quando raggiungiamo obiettivi e traguardi, spesso questi vengono sminuiti”.

Quali consigli darebbe ad altre donne che desiderano diventare imprenditrici?

“Consiglio di impegnarsi al massimo e di provare senza riserve, poiché nessuno ti offrirà tutto su un piatto d’argento. Se le cose non dovessero andare come sperato, non considerarlo un fallimento personale. A volte, anche le migliori idee possono non avere successo a causa di fattori al di fuori del nostro controllo. Ricorda che questo non riflette le tue capacità, quindi continua a provarci”.

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