“Il concetto di musica dal vivo usato per attrarre turisti e creare indotto è a mio parere concettualmente sbagliato”. A parlare a LumsaNews è il fondatore di Barley Arts Claudio Trotta, produttore musicale e storico promoter dei concerti di Bruce Springsteen in Italia.
Dove vanno organizzati i grandi eventi?
“I festival intesi in senso anglosassone come opportunità di vacanza dalla propria quotidianità non dovrebbero svolgersi in ambito metropolitano bensì in ambito naturale”.
Perché allora si tende a privilegiare le città?
“Per pigrizia e mancanza di visione a medio e lungo termine”.
Cosa pensa del turismo musicale?
“Il concetto comune di musica e spettacolo dal vivo usati per attrarre turisti e creare indotto è a mio parere concettualmente sbagliato e nei fatti perseguito malamente”.
In che senso?
“Rappresenta un sinonimo di speculazioni soprattutto da parte di albergatori e comunque fornitori di alloggio su piazza”.
Cosa propone?
“Propongo festival a impronta locale: chi fruisce e partecipa a questi eventi deve vivere il territorio a 360 gradi, alimentando i produttori locali, vivendo e rispettando adeguatamente la diversità, la bellezza artistica, naturalistica e gastronomica dell’area”.
Valorizzare quindi la qualità?
“Esatto, e consegnare al territorio non solo economia diretta ma soprattutto indiretta. È importante generare emulazione sana e costruttiva nelle nuove generazioni e non solo considerare i numeri che generano fatturato e profitti”.
Quanto influisce l’età sul turismo musicale?
“Le nuove generazioni tendono a essere più omologati e conformisti, pensando al contrario di essere trasgressivi e liberi da condizionamenti. Ora il processo è evidente con la supremazia della rete, della comunicazione attraverso gli smartphone e della forza di alcuni social banali e volgari”.
E cosa ne pensa invece del turista “adulto”?
“Sono più curiosi, più liberi e più aperti alle novità e a viaggiare. Il pubblico adulto spende: va nei ristoranti, acquista nei negozi, visita mostre e resta sul territorio più giorni”.
Nel 2022, secondo il rapporto Siae, in Italia ci sono stati oltre 3 milioni di eventi e 205 milioni di spettatori totali. Cosa ci aspetta ora?
“Penso che ci sarà un calo per motivi economici, connessi anche alla guerra in Medio Oriente. Potrebbe esserci, inoltre, un ritorno del terrorismo che potrebbe portare alla cancellazione di tour in Europa e in America. Un ingigantimento della percezione di pericolo, infatti, potrebbe sconsigliare la partecipazione ad eventi dove sono presenti migliaia di persone”.