HomeCronaca Potenziata missione Triton. Wikileaks: non escluse azioni sul campo

Potenziata missione Triton. Wikileaks: non escluse azioni sul campo

di Raffaele Sardella27 Maggio 2015
27 Maggio 2015

FRONTEX

 

Il pattugliamento della missione Triton sarà esteso da 30 a 138 miglia di distanza dalle coste italiane nel periodo estivo. Il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, ha sottoscritto l’emendamento al piano per il quale il Consiglio straordinario di aprile aveva approvato un potenziamento. La flotta schierata tra le due sponde del Mediterraneo potrà fare affidamento su 3 aerei, 6 navi, 12 motovedette, 2 elicotteri, 6 team per lo screening e 9 per il debreafing. Questi ultimi rivestiranno un ruolo strategico nella raccolta di informazioni sui criminali che gestiscono il traffico di esseri umani.  A questo proposito un documento riservato proveniente dall’European Union Military Committee (Eumc) pubblicato ieri da Wikileaks sottolinea che, ad oggi, “non c’è ancora una chiara e sufficiente comprensione del modello di business usato dai network di scafisti nel Mediterraneo”. L’Europa, insomma, alza il tiro e, come si legge in un passaggio del documento, non sono escluse sortite sul territorio libico. “L’uso della forza deve essere ammesso – ritiene il comitato militare – specialmente durante attività come l’abbordaggio e quando si opera a terra, in prossimità di coste non sicure o durante interazioni con imbarcazioni non adatte alla navigazione.” Per il comitato che raccoglie i capi di Stato maggiore europei è importante, inoltre, un’attenta comunicazione dell’obbiettivo primario della missione che è quello di spezzare il modello di business dei trafficanti, e non la ricerca ed il salvataggio dei migranti dalle acque. Il timore, si legge nelle righe successive, è che il rafforzamento della missione venga percepito come una garanzia di salvataggio, una sorta di evacuazione assistita che incentiverebbe le partenze. Insomma, la pubblicità sbagliata potrebbe far aumentare gli sbarchi. Infine emerge dal documento la preoccupazione che un intervento in grado di ridurre le traversate verso l’Italia non farebbe altro che spostare le rotte verso Grecia e Spagna.  E proprio mentre Triton vede triplicato il proprio budget (da 12 a 38 milioni) il 2015 si conferma come l’anno nero per le traversate: finora i decessi in mare sono stati circa 1800, 20 volte di più che nel 2014.

 

Raffaele Sardella

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