È scontro tra il Tribunale di Milano e l’Istituto nazionale di previdenza sociale sul bonus mamme alle mamme straniere. Secondo la Corte il premio nascita di 800 euro “va concesso a tutte le madri, anche quelle straniere che l’Inps ha escluso perché non in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo”. Soddisfazione dalle associazioni che si battono per i diritti civili – ASGI, APN e Fondazione Piccini – che ottengono a distanza di poche ore una simile “vittoria” al Tribunale di Bergamo, che nei giorni scorsi ha smentito l’impostazione della circolare dell’Inps essendo in contatto con la direttiva dell’Ue 2011/98.
Secondo il Tribunale di Milano la legge che ha istituito il bonus non conferiva all’Inps alcun potere di restringere il numero di beneficiari, escludendo le mamme straniere prive di permesso di soggiorno di lungo periodo. Al momento infatti queste donne non possono presentare la domanda per gli 800 euro, problematica in passato segnalata dai sindacati e dalle stesse associazioni. Un premio per tutte le mamme che si trovino in gravidanza – senza distinzione di nazionalità – tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2017.
“La circolare – ha spiegato l’ente guidato da Tito Boeri – è stata redatta seguendo le indicazioni scritte della Presidenza del Consiglio” e prevede “gli stessi requisiti presi in considerazione per l’assegno di natalità di cui alla legge di Stabilità 190 del 2014 esclude l’accesso alle straniere senza carta di soggiorno”. Non solo, l’ente di previdenza sociale ricorda che già nei mesi scorsi “ha fatto, a suo tempo, presenti queste restrizioni”, garantendo inoltre che “non appena ricevono istruzioni diverse si procederà ad aggiornare di conseguenza la circolare”.