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HomeCultura Trent’anni dalla morte di Pertini: il presidente partigiano dalla resistenza al mondiale

Trent'anni fa moriva Pertini
il presidente partigiano
dalla resistenza al mondiale

Fu Capo dello Stato dal '78 all'85

Mattarella: "Esempio per il futuro"

di Tommaso Coluzzi24 Febbraio 2020
24 Febbraio 2020

Sandro Perini, Presidente della repubblica 1978 - 1985

“La testimonianza e la passione civile di Sandro Pertini sono radicate nel cuore degli italiani e costituiscono motivo di forte gratitudine”. A scrivere è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota diffusa nel giorno del trentesimo anniversario della morte di Sandro Pertini. La riconoscenza dell’Italia intera va “per il suo esempio di dedizione alle istituzioni, generosità e coraggio, sin dalla sua militanza giovanile coerentemente antifascista – continua Mattarella – Pertini, attraversata da protagonista la storia del ‘900, fu costruttore della democrazia italiana”.

Dalla Grande Guerra alla prigionia durante il fascismo, dall’attività nella Resistenza, che culminò il 25 aprile, alla partecipazione all’Assemblea Costituente, Pertini fu presidente della Camera dal 1963 al 1968, ma soprattutto presidente della Repubblica dal ’78 all’85. L’unico socialista a diventare Capo dello Stato resterà indelebilmente nei ricordi degli italiani mentre fa “no” con il dito allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid e grida: “Non ci riprendono più”. Poi la partita a carte con Enzo Bearzot, Dino Zoff e Franco Causio: è il 1982, l’Italia vince i mondiali.

Il presidente partigiano fu una figura di enorme successo all’epoca, forse grazie al suo lato “nazional-popolare”. Pertini viene ricordato ancora oggi, in bilico tra la nostalgia di una stagione politica passata e il fenomeno pop stampato su tazze e t-shirt con la famosa frase attribuitagli erroneamente: “Quando un Governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato anche con mazze e pietre”. Sandro Pertini si spegneva a Roma il 24 febbraio del 1990, aveva 93 anni.

“Intransigente difensore dei diritti universali e dei caratteri propri alla Costituzione, fu fermo argine a sostegno dei principi di libertà nella stagione più drammatica e sanguinosa del terrorismo – scrive ancora Mattarella – Credeva nella democrazia come traguardo di umanità, interpretando a fondo i sentimenti dei cittadini. Guardava ai giovani come continuatori dei valori di pace, giustizia e coesione sociale, democrazia e libertà, su cui è basata la Repubblica Italiana. L’esempio del Presidente Pertini è parte di quel patrimonio comune a cui attingere per affrontare i tempi nuovi”.

Foto di copertina: Presidenza della Repubblica / Attribution

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