È stato un settembre di sangue in Siria, il mese più duro dall’inizio dell’anno. A dirlo è l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria: un’organizzazione basata a Londra ma che lavora a stretto contatto con una fitta rete di attivisti e ricercatori presenti sul territorio siriano.
Più di tremila persone sono morte, di queste 995 sono civili. La stragrande maggioranza, circa il 70%, è morta sotto le bombe lanciate nei raid russi e del governo di Assad, o nei bombardamenti della Coalizione anti-Isis guida Usa. Tra i morti si contano 207 minori, tra cui molti bambini.
Tra le file degli uomini armati, 790 sono i morti tra i miliziani filo-governativi, più di 700 tra i jihadisti dell’Isis e di al Qaida, e 550 tra i vari gruppi dell’insurrezione siriana anti-governativa.