ROMA – “Non servono i contentini, ma le riforme”. La giornata di protesta degli agricoltori, oggi 15 febbraio, si è aperta con un monito chiaro – annunciato dal presidente di Altragricoltura Gianni Fabbris – e con un piccolo presidio di due trattori davanti al Colosseo. Nella mattinata è iniziata anche la manifestazione al Campidoglio, mentre nel pomeriggio si terrà il corteo del “Cra agricoltori traditi” al Circo Massimo.
La protesta arriva al Campidoglio
I manifestanti, che questa mattina si erano radunati davanti al Colosseo, sono arrivati al Campidoglio, accolti dagli applausi dei turisti. Il corteo si è aperto con le parole del leader di Popolo produttivo Angelo di Stefano: “È colpa della politica italiana degli ultimi 30 anni, siamo qui per i nostri diritti”. Ad attenderli davanti a Palazzo Senatorio altri agricoltori, allevatori e partite iva provenienti da tutta Italia.
I trattori al Circo Massimo
L’altra protesta – quella che si prospetta essere più eloquente – prenderà il via alle 15 al Circo Massimo. Secondo il Cra, il movimento organizzatore, sono attesi almeno 20mila partecipanti. Una protesta, certamente depotenziata rispetto alle aspettative iniziali, anche a causa delle divisioni interne al fronte degli agricoltori. Quelli di Riscatto Agricolo resteranno al presidio della Nomentana, anche per il rischio di infiltrazioni di gruppi di estrema destra all’interno della protesta.
L’appello al governo degli agricoltori
Da giorni Altragricoltura e Popolo produttivo – le due sigle – avevano concentrato un centinaio di mezzi agricoli nella Capitale, in un’area privata nella zona di Castel di Leva. Stamattina due trattori scortati dalle forze dell’ordine sono arrivati davanti al Colosseo per la manifestazione “Te lo do io il made in Italy” promossa dalle due organizzazioni. Un’ulteriore occasione per sollecitare l’esecutivo. “Noi oggi diciamo al governo che non chiediamo le sue dimissioni – ha ribadito Fabbris – chiediamo che governo e parlamento si assumano la responsabilità”. I due trattori davanti al Colosseo hanno poi lasciato la piazza per tornare al presidio di Castel di Leva.
Le considerazioni del governo
Per l’esecutivo “tutto quello che si poteva fare è stato fatto”. Parola del ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, intervenuto a Skytg24. Ora, per il ministro, “la battaglia va spostata in sede europea”. Concetto ribadito anche dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “L’Irpef non è certo la richiesta principale di chi protesta, la partita vera è europea”, ha dichiarato il ministro Lollobrigida al Sole 24 Ore. Il governo vuole “un’agricoltura meno subordinata all’ambiente, o meglio, all’ideologia ambientalista”. Lollobrigida ha poi lanciato un messaggio all’Ue, spiegando che “l’agricoltura non è un nemico dell’ambiente ma ne è il principale alleato. Nel corso dell’ultima legislatura Ue non è stato così”.