Domani, sabato 25 marzo 2017, saranno 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma. Nel 1957 furono cinque i Paesi europei a firmare le carte a fondamento dell’Unione, come la CEE (Comunità Economica Europea) e l’EURATOM (Comunità europea dell’energia atomica). Roma si appresta a celebrare l’evento in un clima estremamente delicato, con misure di sicurezza straordinarie.
Fra celebrazioni e proteste, la cerimonia ufficiale si aprirà alle 10 in Campidoglio alla presenza dei 27 capi di Stato dell’Unione, con tanto di mogli e delegazioni a seguito, e terminerà con la firma di un documento comune. Ci saranno ovviamente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni; ma anche tanti altri leader politici europei giunti a Roma per l’occasione. Per la giornata di domani sono anche previste numerose manifestazioni, sia a favore che contro l’Unione (molti esponenti della Lega Nord e del M5S si sono già schierati contro le celebrazioni). Per questo la Questura di Roma ha messo a punto un piano sicurezza eccezionale, blindando il centro storico e impiegando tremila agenti in strada.
«Non vogliamo un’Europa divisa, ma vogliamo anche andare avanti su un’idea comune in aree come difesa e sicurezza. Abbiamo bisogno di una maggiore integrazione e rivendichiamo un ruolo globale per l’Unione». Lo afferma il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, alla vigilia delle celebrazioni, nella biblioteca di Palazzo Chigi per incontrare le associazioni imprenditoriali europee. Nei prossimi anni l’Ue sarà impegnata in due direzioni, «da un lato nei negoziati per l’uscita della Gran Bretagna, dall’altro negli sforzi per dare agli altri 27 Stati un futuro comune» ha invece dichiarato Angela Merkel in un’intervista al Passauer Neue Presse. Per la leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni «vengono prima gli italiani e la difesa dei confini», come scrive su Facebook annunciando la manifestazione di domani ‘Italia Sovrana in Europa’.