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Tratta degli esseri umani
Il business criminale
del ventunesimo secolo 

Differenza tra trafficking e smuggling

I numeri delle migrazioni fino al 2023

di Sofia Zuppa27 Marzo 2023
27 Marzo 2023

Migranti attraversano il Darien Gap per la migrazione irregolare verso gli Stati Uniti | Foto Ansa

La tragedia di Cutro ha riportato alla ribalta gli abusi criminali che vedono come teatro una frontiera liquida, il mare Mediterraneo. Nel mare che consente l’accesso alla ricca Europa, sui corpi dei migranti vengono adottate pratiche violente prima ancora che partano, dando vita ad un business che  lucra sulla  pelle di chi sogna una vita migliore. Se i confini sono ormai permeabili lo si deve anche alle organizzazioni criminali che  sullo spostamento di queste persone lucrano somme gigantesche, paragonabili a quelle del traffico di sostanze stupefacenti.

Una “forma moderna di schiavitù”

Il Protocollo delle Nazioni Unite descrive la tratta di esseri umani come una forma moderna di schiavitù in cui un prevaricatore sfrutta l’impotenza di un soggetto più debole che, solitamente, è costretto ad accettare. La tratta è finalizzata al reclutamento, il trasporto, il trasferimento e l’alloggiamento di persone usando mezzi illeciti e ai fini dello sfruttamento delle stesse, il tutto realizzato attraverso l’uso di violenza. “La pratica di sfruttamento più diffusa è quella sessuale”, spiega a Lumsanews l’educatrice sociale Costanza Filippone, che ha lavorato in una comunità mamma-bambino con donne vittime di tale tipologia di sfruttamento.

Un business enorme

Secondo i rapporti dell’Onu, la tratta è tra le fonti di denaro più remunerative per il crimine organizzato transnazionale, il secondo business dopo il narcotraffico. Una stima del Parlamento europeo calcola che il profitto annuo della tratta di esseri umani a livello mondiale ammonta a trenta miliardi di euro,  mentre, come riporta il rapporto di Save the Children 2022 il giro di affari  annuo della tratta nei Paesi europei  ammonta a 2,7 miliardi di euro.

I numeri delle vittime in Europa secondo Eurostat

Secondo i dati 2021 di Eurostat, il numero di vittime nell’UE è stato di 7.155, con un aumento del 10% rispetto al 2020 in cui erano stati 6.534. Nel 2021, quella sessuale era ancora la forma predominante di sfruttamento, stimata al 56 per cento dei casi. 

Tratta di esseri umani e traffico di migranti 

“C’è una netta differenza tra trafficking e smuggling: nella prima c’è una forma di sfruttamento coercitivo delle persone tramite l’inganno e la violenza, nella seconda le persone chiedono volontariamente di accedere ai servizi dei favoreggiatori“, spiega il docente della Statale di Milano Maurizio Ambrosini. La prima è considerata un reato contro la persona, mentre il traffico di migranti un reato contro lo Stato. Il traffico di migranti riguarda l’ottenimento di benefici materiali o finanziari per il trasporto illegale di una persona dal suo Paese ad un altro. Questi passaggi sono gestiti da reti di trafficanti locali che sono in grado di soddisfare l’offerta di servizi necessari come i metodi di trasporto, l’offerta di case sicure lungo l’itinerario o la fornitura di documenti di viaggio falsi. Secondo il Piano d’azione di contrasto al traffico dell’UE circa il 90% dei migranti si affida a queste.

 

Le principali rotte migratorie verso l’Europa

Fonte: nostre elaborazioni su dati del Viminale

 

I paesi di provenienza dei migranti

Fonte: nostre elaborazioni su dati del Viminale

 

Una delle rotte più attive è quella dei Balcani occidentali, che parte dalla Turchia e dalla Grecia e collega i paesi dell’estremo confine dell’Ue come Croazia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Secondo i dati di Openpolis aggiornati al 2021, il 40% dei migranti che arriva da tale rotta è pakistano e il 20% afghano, ma vi arrivano anche persone provenienti da molti paesi del Medio Oriente come Turchia, Siria, Iraq, Iran e infine anche dai più lontani India, Bangladesh e Nepal.

Una rotta lunga e pericolosa è quella del Mediterraneo orientale, che parte dalla Turchia e arriva fino in Calabria o in Puglia costeggiando la Grecia. Per la maggior parte i migranti arrivano da Afghanistan, Pakistan, Siria, Iran, Somalia e Palestina. E’ da questo percorso che proveniva il caicco affondato a Cutro con il suo carico di morte. 

La rotta del Mediterraneo occidentale parte dalla costa mediterranea di Marocco e Algeria per raggiungere la Spagna continentale tramite lo Stretto di Gibilterra. Nel 2018 è diventata la rotta maggiormente utilizzata verso l’Europa. 

Una delle rotte che registra flussi più consistenti è quella del Mediterraneo centrale che vede persone che, partendo dalle spiagge libiche o tunisine cercano di raggiungere l’Italia o Malta. Sono persone che provengono dall’Africa subsahariana come dal Mali, Niger, Costa d’Avorio, Ghana, Somalia, Eritrea e dal Medio Oriente come dall’Afghanistan o dalla Siria. Ad oggi si stanno intensificando molto anche i flussi dalla Tunisia. Finora, dall’inizio dell’anno sono arrivati più di 12mila migranti sui barconi, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2022. 

Nel nord Europa è da segnalare la tratta nel canale della Manica che è attraversata da migranti che cercano di raggiungere il Regno Unito dalla Francia. Nel 2022 sono arrivati 45 mila migranti nel Regno Unito attraversando il canale su piccole e pericolose imbarcazioni, il numero più alto dal 2018.

La crescita del fenomeno

L’immigrazione clandestina è vistosamente aumentata negli ultimi tempi e lo si può constatare dai numeri. Nel 2022, secondo i calcoli dell’Agenzia Europea Frontex, sono stati rilevati circa 330.000 attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell’UE. È  il numero più alto registrato dal 2016 e in aumento del 64% rispetto al 2021. La rotta più battuta si conferma essere quella dei Balcani occidentali, con 145.600 attraversamenti, in aumento del 136% rispetto al 2021, seguita dal Mediterraneo centrale e occidentale. Siriani, afgani e tunisini insieme hanno rappresentato il 47% dei rilevamenti nel 2022. 

In Italia, secondo i dati del Viminale, a decorrere dal primo gennaio 2023 al 27 marzo, il numero dei migranti sbarcati è di 26.976. Nel 2022, nello stesso periodo analizzato, si registrano 6.543 ingressi. Un numero quattro volte più grande rispetto allo scorso anno. La maggior parte sono ivoriani, guineani, bengalesi e tunisini. Sebbene l’Italia sia uno dei paesi maggiormente esposto a flussi migratori a causa della sua posizione geografica, stime ufficiali confermano che segue Germania e Francia per numeri di richiedenti asilo

In Europa nel periodo gennaio-febbraio 2023, i dati preliminari di Frontex mostrano come l’aumento registrato è stato del 118 per cento. Nel solo mese di febbraio, gli arrivi sono stati 6.988, il triplo dello stesso periodo dello scorso anno. 

La relazione finale su mafie, migranti e tratta di esseri umani

La Commissione Antimafia nel 2017 ha segnalato una forte presenza sul territorio nazionale di diversi gruppi criminali stranieri, in alcuni casi anche connessi a gruppi criminali italiani coinvolti nello sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero. In particolare la mafia albanese, nigeriana, rumena, maghrebina, cinese, dell’ex-URSS e bulgara. L’avvocata Manuela de Marco, dell’ufficio Politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana conferma tale legame: “Le mafie straniere hanno certamente accordi con quelle locali per operare sul territorio. Nessuno può permettersi di fare affari in terra straniera senza accordi, sicuramente entrambe ne traggono un vantaggio”. Ad esempio nel Sud Italia il Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri ha dimostrato la connessione tra la mafia albanese e le cosche della ndrangheta ed i clan pugliesi. In Campania invece, tra la camorra e la criminalità cinese, nordafricana o ucraina. In Sicilia e in Puglia sono stati accertati rapporti tra imprenditori e organizzazioni maghrebine e subsahariane che favoreggiano l’immigrazione clandestina. Nel Sud Italia, in modo particolare in Sicilia, Calabria e Puglia sono presenti nuclei strutturati africani che si affidano a trafficanti operanti in Libia. Più inchieste giudiziarie hanno dimostrato che due delle organizzazioni mafiose italiane, camorra e ndrangheta, hanno anch’esse un ruolo nella tratta, attive in particolare nella logistica degli arrivi, nell’indirizzo dei clandestini verso la prostituzione e lo spaccio e, a volte, nella mala gestione dei centri di accoglienza.

Le principali organizzazioni criminali 

La mafia albanese e nigeriana

Si stima che la mafia albanese sia dislocata in tutta Europa, dal Belgio alla Spagna, dalla Grecia alla Francia fino all’Inghilterra forte di oltre 40 cellule operative. Ha stabilito inoltre reti di trafficanti in tutto il Nord Africa e, secondo il rapporto della Commissione di inchiesta antimafia gestisce quasi interamente le rotte balcaniche. 

Un’altra organizzazione criminale particolarmente influente è la mafia nigeriana, che è strettamente connessa allo sfruttamento della prostituzione, tra questa spicca il gruppo Black Axe diffuso in diversi stati europei ed extraeuropeitra quali Spagna, Ghana, Olanda, Austria, Germania, Regno Unito e Italia. In Italia la mafia nigeriana opera su buona parte del territorio nazionale, in particolare ha degli hub importanti lungo la costa domiziana e all’interno del centro storico di Palermo. 

La mafia bulgara e russa

Dalla relazione emerge come la ndrangheta abbia stretto alleanza anche con gruppi criminali di origine bulgara. Sono presenti anche nuclei mafiosi russi, impegnati soprattutto nel traffico di migranti dalla Turchia e dalla Grecia verso le coste pugliesi, calabresi e siciliane.

La mafia romena

Infine, i gruppi criminali di origine romena si dedicano prioritariamente allo sfruttamento sessuale di giovani donne provenienti dall’est Europa, anche in collaborazione con gruppi criminali albanesi per lo sfruttamento incrociato o la cessione reciproca delle vittime, avvalendosi anche di soggetti italiani incaricati del supporto logistico. Sono stati inoltre evidenziati rapporti collusivi di soggetti romeni con esponenti della criminalità campana, soprattutto nelle fasi del rilascio dei documenti d’identità, dei codici fiscali e delle tessere sanitarie destinate alla regolarizzazione delle lavoratrici rumene.

Il Piano Nazionale Antitratta

Il principale strumento di prevenzione e contrasto alla tratta di esseri umani è il Programma Nazionale d’Azione contro la tratta e lo sfruttamento (PNA) che si propone di migliorare la risposta italiana  al fenomeno “agendo nel rispetto dei diritti umani e del principio di non discriminazione in coerenza con un approccio unitario a livello europeo”. Il PNA si articola in quattro direttrici: prevenzione, persecuzione del crimine, protezione e integrazione sociale delle vittime, cooperazione internazionale. La prima comprende il tentativo di ridurre la domanda che favorisce la tratta di esseri umani tramite una campagna di prevenzione rivolta ai settori ad alto rischio, mentre la seconda punta a smantellare il modello commerciale dei trafficanti, sia online che offline. La protezione, il sostegno e l’emancipazione delle vittime è il punto fondamentale del piano, insieme a quello del reinserimento sociale delle vittime. Infine, c’è la promozione della cooperazione internazionale con i paesi da cui provengono la maggior parte delle vittime. Altri elementi di contrasto alla tratta a livello europeo sono la strategia dell’ UE per la lotta alla criminalità organizzata, che mira a contrastare i gruppi criminali che la gestiscono e la strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza per la protezione della società da questi nuclei mafiosi. Infine prioritario è il patto sulla migrazione e l’asilo che ha l’importanza di individuare potenziali vittime della tratta di esseri umani. 

Per quanto riguarda il fenomeno del traffico di migranti invece, le politiche migratorie dei paesi coinvolti in Europa sono diversificate ma spesso spietate nella loro applicazione. Basti pensare al recente accordo tra il leader britannico Rishi Sunak e quello francese Emmanuel Macron per contrastare gli sbarchi che attraverso il canale della Manica si dirigono in Gran Bretagna dalla Francia. Altri paesi hanno operato in modo più drastico: la Polonia, ad esempio, ha innalzato un muro anti svalicamento nei confronti dei clandestini provenienti dalla Bielorussia e l’Ungheria nei confronti di chi proviene dalla Serbia.

Uno sguardo al mondo. Nella foto in alto una fila di migranti irregolari attraversa il Darien Gap, la “terra di nessuno” tra Colombia e Panama in mano ai trafficanti di esseri umani, per arrivare negli Stati Uniti | Foto Ansa

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