“Eserciteremo il nostro diritto per un attacco nucleare contro l’aggressore per proteggere i nostri supremi interessi”. Non siamo negli anni Ottanta, nel periodo della guerra fredda, ma a Pyongyang, Corea del Nord, nel 2013. Parla Kim Yong Chol, capo delle operazioni dei servizi segreti militari della Repubblica popolare democratica di Corea. E “l’aggressore” in questione sono gli Stati Uniti, accusati di stare per innescare “una guerra nucleare”.
Nuove sanzioni al voto dell’Onu La minaccia nordcoreana arriva oggi, nel giorno in cui le Nazioni Unite voteranno l’inasprimento delle sanzioni contro il regime di Kim Jong Un, una stretta voluta principalmente da Washington e Pechino. La bozza di risoluzione prevede che tutti i paesi congelino transazioni e servizi finanziari che potrebbero contribuire allo sviluppo del programma nucleare o balistico della Corea del Nord. Vengono inoltre applicate restrizioni di viaggi e il divieto di esportazione di alcuni beni di lusso nel paese asiatico. L’ambasciatrice statunitense all’Onu, Susan Rice, ha riferito che il voto sulla bozza è previsto a New York alle 10 ora locale (le16 in Italia).
Il militarismo indefesso del regime Le esercitazioni militari e i test nucleari di Pyongyang sono stati recentemente intensificati. In febbraio il regime aveva ordinato il via libera alla terza fase dei test nucleari. La situazione nel sudest asiatico è ad alta tensione: pochi giorni fa,la Corea del Nord aveva minacciato di revocare l’armistizio del 1953 che pose fine alla guerra di Corea a causa di un’esercitazione militare congiunta tra Stati Uniti e Corea del Sud. Sull’edizione di oggi del quotidiano ufficiale del governo, è riportata per intero la dichiarazione di Kim Yong Chol, dove si legge chela Corea del Nord trasformerà non solo la capitale sudcoreana Seoul, ma anche Washington “in un mare di fiamme”.
Le reazioni internazionali Il ministero della Difesa sudcoreano ha già messo in allerta tutte le forze armate ed ha detto di tenersi pronte a rispondere ad eventuali provocazioni. Più pacata la replica americana: “Le provocazioni della Corea del Nord non sono una novità” ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Il segretario generale dell’Onu, il sudcoreano Ban Ki-moon, ha affermato di essere “profondamente preoccupato per la retorica provocatoria della Corea del Nord” ed ha ribadito la validità e l’importanza dell’accordo di armistizio, esortando Pyongyang a “costruire la fiducia che porterà a una pace duratura ed alla stabilità nella penisola coreana”.
Giulia Di Stefano
“Trasformeremo Washington e Seul in un mare di fiamme”: la Corea del Nord minaccia un attacco nucleare
07 Marzo 201350