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Tragedia in Turchia: 205 minatori morti in una esplosione a 200metri sottoterra

di Flavia Testorio14 Maggio 2014
14 Maggio 2014

A rescued miner surrounded by relatives, medics and other miners cries after being rescued from a coal mine he was in trapped in Soma, a district in Turkey's western province of ManisaUna strage (forse annunciata) ha sconvolto l’intera Turchia: 205 minatori, tra cui un ragazzo di 15 anni, sono morti ieri sepolti vivi nella miniera di carbone di Soma (regione a nord-ovest del Paese). Un’esplosione, probabilmente generata da un cortocircuito, ha trasformato il cunicolo della miniera in una prigione, intrappolando 500operai a 200 metri sottoterra.

L’intera dinamica della vicenda è ancora poco chiara ed anche sul numero delle vittime non si hanno certezze. La tragedia ha costretto il premier Erdogan a proclamare tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi e rimandare la visita in Romania (in programma per domani).

La corsa contro il tempo. L’incidente è avvenuto ieri alle 19, durante il cambio turno, a causa di un cortocircuito che ha prodotto un’esplosione a 2 chilometri di profondità. Le gallerie sono state subito invase dalle fiamme e dal fumo, coinvolgendo i 580 minatori che, in quel momento, stavano lavorando. Fortunatamente molti di loro hanno trovato una via di fuga, passando attraverso i cunicoli rimasti intonsi nell’esplosione, ma per la maggior parte di loro non c’è stato nulla da fare. L’operazione dei soccorsi è stata tempestiva, eppure è sembrata fin da subito una corsa contro il tempo. I minatori, al momento dell’incidente, indossavano le maschere antigas ma l’autonomia d’ossigeno al loro interno era di 45 minuti o massimo un’ora e mezza. Alle prime difficoltà i soccorritori – divisi in quattro squadre – rendendosi conto della carenza di ossigeno, hanno cominciato a pompare aria nelle gallerie, sperando che raggiungesse anche coloro che erano rimasti intrappolati nelle cave più profonde. Il black-out, l’incendio e il fumo hanno reso l’intervento difficile ma anche rischioso al punto da far ricoverare anche alcuni soccorritori.

Una tragedia annunciata. I familiari degli operai si sono riuniti fuori dai cancelli della miniera condividendo attimi di speranzosa attesa. La mancanza di sicurezza dei giacimenti turchi sono però, da tempo, al centro di polemiche e proteste. Lo scorso anno, nello stesso modo, sono morte 93 persone e a denunciare la situazione sono stati in molti. A novembre la protesta era stata portata avanti anche da 300 minatori autosegregatisi nella miniera di Zanguldak (regione del Mar Nero). Due settimane fa il principale partito di opposizione – il Chp  di Kemal Kilicdaroglu –  aveva presentato un’inchiesta in parlamento proprio per denunciare la mancanza di sicurezza nella miniera di Soma, ma la richiesta era stata bocciata. Adesso il Paese piange per una tragedia che, forse, poteva essere evitata.

Flavia Testorio

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