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poliziotto uccide moglie e figlie
poi si suicida

Tragedia a Genova
poliziotto uccide moglie e figlie
poi si suicida

di Rossella Melchionna02 Novembre 2016
02 Novembre 2016

“Problemi insormontabili”, sarebbe questo il motivo che avrebbe spinto questa mattina un poliziotto cinquantenne di Genova a compiere il terribile atto. Poco prima delle 7, infatti, Mauro Agrosì si è tolto la vita dopo aver ucciso nel sonno – con la pistola d’ordinanza – moglie e figlie di 10 e 14 anni. Un delitto che si è consumato nel quartiere Cornigliano, in Piazza Conti, dove l’uomo per ridurre il rumore degli spari ha avvolto l’arma in un cuscino.

A dare l’allarme è stato lo stesso Agrosì, che ha confessato via telefono agli agenti: «Venite a casa mia, vi lascio la porta aperta, ho ucciso tutti». Un gesto disperato giustificato in una lettera rivolta alla famiglia, in cui ha scritto: «Non vi voglio lasciare senza padre e senza marito. Per questo vi porto con me». Secondo le prime indagini degli inquirenti, le difficoltà dell’uomo potrebbero essere legate a problematiche familiari, meno a quelle riguardati i debiti di gioco che Agrosì aveva accumulato.

Da tempo, il poliziotto lavorava come tecnico dei sistemi informatici nel sesto Reparto Mobile di Bolzaneto. Una scelta, la sua, presa a seguito del superamento di un concorso, che lo aveva quindi allontanato dai ruoli operativi. Tuttavia, alla luce di quanto accaduto, i colleghi lo ricordano come una persona equilibrata, che non ha mai manifestato in passato atteggiamenti sospetti.

Non è la prima volta che si verifica un episodio del genere a Cornigliano. Tredici anni fa, difatti, Saverio Galoppo, un quarantasettenne ispettore di polizia, fu l’autore di una strage analoga. In una calda serata di luglio, Galoppo sparò alla moglie e figli di 4 e 8 anni, per poi suicidarsi. L’uomo, che lavorava nella squadra informativa dell’ufficio di gabinetto della Questura, era depresso. In quel caso, la separazione dalla moglie – Assunta, di 43 anni – e l’impossibilità di poter vivere con i figli, lo portarono a compiere l’azione folle. Anche quella volta venne usata la pistola d’ordinanza, ma ad allarmare le forze dell’ordine furono i vicini, spaventati dagli spari.

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