FIRENZE – È stato trovato il corpo dell’ultima persona data per dispersa nell’incidente alla raffineria Eni di Calenzano, tra Firenze e Prato. Questa mattina sono stati ritrovati senza vita le altre tre vittime dell’esplosione di lunedì 9 dicembre. I primi due cadaveri sarebbero stati individuati intorno alle 9 di martedì 10 dicembre nei pressi della pensilina dell’area di scarico dai vigili del fuoco e dai carabinieri impegnati nelle ricerche. Il terzo pochi minuti dopo mezzogiorno.
L’esplosione è avvenuta alle 10.21 di lunedì mattina nell’area di carico dello stabilimento, dove le autobotti effettuano il rifornimento carburante. Dopo il boato, che si è avvertito fino in centro a Firenze, una nuvola di fumo tossico si è innalzata dalla raffineria. Il Dipartimento della protezione civile ha subito attivato “It alert” – l’avviso di emergenza che arriva simultaneamente su tutti gli smartphone – per un raggio di 5 km dalla zona di esplosione, con cui si chiedeva di tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi all’area.
In totale 26 i feriti trasportati in ospedale subito dopo l’esplosione. Le condizioni di due di loro “sono molto preoccupanti”, ha dichiarato Eugenio Giani, presidente della regione Toscana, a margine del Consiglio regionale in cui si è discusso della tragedia. “Quel luogo è inappropriato per le funzioni che lì vengono svolte”, ha aggiunto Giani. “Oggi quella è un’area densamente popolata, sia sul piano industriale sia anche di residenza perché ha una distanza di ragionevole pericolo con una conurbazione urbana densamente popolata”.
Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, è arrivato questa mattina sul luogo dell’esplosione. Insieme a lui anche il sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco. Nella giornata di oggi è previsto uno sciopero di due ore alla raffineria Eni di Livorno. “La rabbia perché non si può morire lavorando”, dicono i sindacati.