TORINO – Sono una decina le persone denunciate per l’assalto alla pattuglia della polizia avvenuto mercoledì 28 febbraio davanti alla questura di Torino. La Digos sta identificando gli anarchici che si sono scagliati contro le forze dell’ordine. L’obiettivo dei manifestanti era quello di impedire che un migrante marocchino di 31 anni venisse trasferito in un centro di espulsione e rimpatrio, Cpr, della Lombardia. L’uomo, che avrebbe alle spalle tredici condanne (di cui una per violenza sessuale di gruppo), era stato fermato dalla polizia mentre imbrattava con frasi ingiuriose le pareti di un sottopasso.
Le cinque anarchiche fermate durante l’assalto alla volante sono state rilasciate e sono indagate per resistenza a pubblico ufficiale. Il cittadino straniero destinato all’estradizione è stato portato negli uffici della Questura e poi trasferito.
Le reazioni politiche
Immediata la reazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiamato il capo della Polizia per essere informato sull’accaduto e per esprimere la sua solidarietà. Mattarella ha inoltre ribadito la fiducia e vicinanza alla polizia e ha sentito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Rivolgo un sentito ringraziamento al presidente della Repubblica per la solidarietà espressa agli agenti vittime di una violenta aggressione da parte di un nutrito gruppo di anarchici”, ha commentato il ministro, evidenziando la presenza di un “clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell’ordine” dopo gli scontri di Pisa.
La preoccupazione dei sindacati
Preoccupazione è stata espressa da parte delle associazioni sindacali. Antonio Nicolo, segretario generale di Unarma, sottolinea come dopo i fatti di Pisa c’è stata “un’escalation di violenza contro le forze dell’ordine che è inaccettabile”. Il rappresentante sindacale sottolinea come “durante la manifestazione dello scorso 13 febbraio contro la Rai, nessuno si sia indignato per le aggressioni subite dalle forze dell’ordine da parte dei manifestanti”.