La Digos di Torino, con il coordinamento della Procura della Repubblica, ha eseguito nuove misure cautelari per gli scontri avvenuti lo scorso 9 febbraio quando gli anarchici avevano messo a ferro e fuoco Torino a seguito dello sgombero del centro sociale “Asilo”, una ex scuola materna che era occupata da più di vent’anni.
Dall’alba sono stati eseguiti arresti e misure cautelari in tutta Italia. Da fonti si apprende che un indagato è sassarese e sarebbe il destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora nella provincia sarda. Le misure di oggi vanno a aggiungersi agli undici arresti eseguiti la sera della manifestazione anarchica, che aveva scatenato la guerriglia. Con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia sono state effettuate anche diverse perquisizioni.
I reati contestati a vario titolo vanno dalle lesioni aggravate alla resistenza a pubblico ufficiale ma anche danneggiamento e imbrattamento. Intanto sul sito del centro sociale torinese Askatasuna i militanti esprimono solidarietà agli anarchici coinvolti nell’inchiesta. “Con questa operazione la Questura e la Procura vogliono colpire la solidarietà e la determinazione dei molti che si sono sentiti chiamati in causa da questo sgombero e hanno deciso di reagire”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Fabrizio Ricca, assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte: “Quello che le forze dell’ordine hanno dato ai volenti anarchici che devastarono Torino, scatenando la guerriglia, è un segnale importantissimo. Chi dichiara guerra alle Istituzioni, terrorizzando i cittadini e rompendo tutto, non rimarrà impunito”. Ricca ha poi concluso: “Se le accuse fossero confermate, vorrebbe dire che anche a distanza di mesi, dopo indagini approfondite, il conto da pagare arriva sempre ai violenti”.