Una nuova bufera si abbatte sul quotidiano Libero dopo l’apertura della prima pagina odierna. “Calano fatturato e Pil ma aumentano i gay”, è quanto scritto in marcato grassetto. Un legame tra una tematica economica e una sociale, che pone l’attenzione su un apparente nesso tra il crollo del fatturato e il presunto aumento degli omosessuali in Italia.
Torna dunque la polemica sulle scelte editoriali di Libero. L’Ordine nazionale dei giornalisti aveva già sanzionato il quotidiano per l’epiteto di “Patata bollente” affibbiato al sindaco di Roma Virginia Raggi nel febbraio del 2017. Recentemente Libero era finito nell’occhio del ciclone per un’altra prima pagina, nella quale si leggeva “Comandano i terroni”. Si aggiunge dunque un altro titolo a questa serie, una discutibile prima pagina che ha generato molte polemiche sia sui social che nel mondo della politica.
Alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle hanno infatti espresso indignazione per la scelta del giornale del direttore Vittorio Feltri. Spiccano le parole del vicepremier Luigi Di Maio, che su Facebook attacca la scelta editoriale di Libero: “Scriveranno queste idiozie senza più un euro di fondi pubblici”. A fargli eco è il sottosegretario M5S con delega all’Editoria Vito Crimi. “Provo disgusto per il titolo di Libero”, è quanto riporta Crimi in una nota. A loro si unisce il senatore M5S Gabriele Lanzi, che chiede sanzioni nei confronti di Feltri. “Spero che l’ordine dei giornalisti si attivi per sanzionare il direttore di questo giornale”, dice Lanzi in merito alla questione.
Arrivano censure anche da Forza Italia, in particolare da Renata Polverini, che su Twitter commenta: “Libero ci riporta indietro nel tempo quando essere gay significava la messa al bando. Davvero fa vendere più copie l’omofobia o la caccia al terrone?”.