MILANO – Tim cede in Borsa dopo un avvio brillante all’indomani del via libera del consiglio d’amministrazione di Tim alla cessione della rete a Kkr. Il titolo lascia sul campo il 3,2%, pari a 2,51 centesimi. Tiene invece Vivendi (+0,44% a 8,7 euro a Parigi), che ha annunciato di volersi opporre “con qualsiasi strumento legale” all’accordo che verrà siglato in settimana. Secondo gli analisti di Bloomberg sul titolo pesano “l’incertezza” e “una più elevata componente di ‘earn-out’ e l’assenza della vendita della divisione sottomarina”, ovvero Sparkle.
Tim approva la vendita
Dopo tre giorni di riunioni il 5 novembre il cda ha approvato, a maggioranza con 11 a favore e tre contrari, la vendita di Netco accettando l’offerta di Kkr. Il fondo americano ha messo sul piatto 20 miliardi che potrebbero diventare 22 con la fusione con Open Fiber. Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro l’estate del 2024. Per il presidente di Telecom Italia Salvatore Rossi il cda ha dimostrato “grande responsabilità e coraggio” prendendo “una scelta chiara su un tema di cui si discuteva da molti anni”. Tim respinge invece l’offerta non vincolante di Kkr su Sparkle “ritenuta non soddisfacente”. L’amministratore delegato Pietro Labriola tratterà, fino al 5 dicembre, per un rilancio.
L’ira di Vivendi
Di altra idea invece è l’azionista francese Vivendi. “La decisione del cda è illegittima”, ha commentato, annunciando che utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare la decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti. Anche per Merlyn la decisione del cda è “irrispettosa e sbagliata”. La società francese, socia al 23,75%, contesta che l’offerta di Kkr per l’acquisto della rete sia stata accettata “senza prima informare e chiedere il voto degli azionisti di Telecom Italia, contravvenendo così alle regole di governance applicabili”. Intanto, il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che “Vivendi ha i suoi diritti e li eserciterà”, rispondendo a una domanda sul timore che l’opposizione del socio francese possa fermare l’operazione. “Il Mef ha partecipato all’offerta, abbiamo fatto un’offerta e il consiglio di amministrazione l’ha accettata – ha concluso il ministro – adesso ovviamente gli azionisti hanno i loro diritti, li faranno valere nelle sedi opportune: però il progetto è quello”.