Per chi non lo conoscesse ancora “Tik Tok” è un social network cinese, lanciato nel settembre 2016, con cui gli utenti possono creare brevi clip musicali. Il numero di iscritti è cresciuto in maniera esponenziale arrivando a superare il miliardo e mezzo.
In Italia l’applicazione è stata scaricata da oltre 6 milioni di utenti e al momento secondo la società ByteDance ha una valutazione sul mercato di 75 miliardi di dollari.
Ma al boom del social, inizialmente usato da utenti con età media di 16 anni, sono seguite critiche perché si pensa possa essere sfruttato per acquisire dati sensibili sugli iscritti costituendo una minaccia cyber.
In particolare le accuse mosse nei confronti di Tik Tok non riguardano solo la possibile assuefazione che l’applicazione genera nei confronti di chi la usa, ma di non essere abbastanza sicura dal punto di vista della privacy.
Secondo il quotidiano il Messaggero dalla Cina arriverebbero indiscrezioni secondo cui la piattaforma sarebbe usata per migliorare i sistemi di intelligenza artificiale e video sorveglianza. Inoltre sembra che ByteDance trasferirebbe e tratterebbe i dati sensibili degli iscritti direttamente in Cina, violando le norme dell’Unione Europea che vietano questa pratica.
Nonostante il divieto, l’applicazione viene scaricata anche da utenti al di sotto dei 14 anni e proprio in Italia si sono moltiplicate le indagini della polizia postale contro i reati di pedopornografica legata all’uso del social.
Sulla la questione, qualche settimana fa, in Italia si è mosso il Copasir. Il comitato parlamentare per la sicurezza vuole capire dove vanno a finire i dati degli utenti italiani che usano l’applicazione. Su questo tema il presidente Raffaele Volpi ha dato mandato ai Servizi segreti di aprire un’istruttoria per capire cosa fa Pechino con i dati raccolti.