Riguardo la nostra inchiesta sull’entrata in vigore dei biglietti nominali per i concerti, abbiamo contattato TicketOne ottenendo per mail delle risposte su alcune questioni da parte dell’amministratore delegato Stefano Lionetti.
Qual è il vostro pensiero riguardo l’introduzione dei biglietti nominativi, divenuti obbligatori dal primo luglio, per contrastare il secondary ticketing?
«Per contrastare il fenomeno del secondary ticketing esiste una legge che è tra le più avanzate in Europa. La normativa prevede il divieto assoluto di vendere biglietti a prezzi maggiorati e sanzioni sia per i siti, sia per i privati che tecnicamente diventano bagarini sul web. Le sanzioni possono arrivare a 180.000 euro, mentre sono previsti anche la rimozione dei contenuti e, in ultima istanza, l’oscuramento dei siti. Basterebbe quindi applicare la Legge, solo così si potrà debellare il fenomeno. Nell’ambito della normativa rientra anche l’introduzione del biglietto nominale per gli eventi musicali con più di 5.000 spettatori come azione repressiva del fenomeno: i fatti dimostrano invece che la nominatività è inefficace. Basta collegarsi qualche minuto in rete e si trovano biglietti “secondari” per eventi programmati dopo il 1° luglio. Ci troviamo quindi di fronte ancora oggi a un fenomeno immune dal provvedimento preso, ad attività contrarie alla legge svolte alla luce del sole, a una legge inspiegabilmente non applicata da chi detiene il potere sanzionatorio e repressivo. Di contro, il cambiamento delle modalità di compravendita sta colpendo i consumatori con complicazioni inutili, costi e difficoltà di accesso agli eventi, oltre ad invadere la privacy degli spettatori».
Si è parlato di un possibile aumento del prezzo dei biglietti dovuto a questa misura: da cosa dipenderebbe l’aumento e soprattutto di quanto sarebbe?
«Il biglietto nominale comporta costi per i promoter che devono necessariamente prevedere maggiori controlli all’ingresso e quindi più personale. Gli aggravi dipendono da variabili specifiche per ogni singolo promoter e singolo tour».
Per cambiare nominativo si pagherà una commissione: di quanto sarà?
«Come previsto dalla legge, i cambi di nominativo e le rivendite legali prevederanno una commissione per il recupero dei costi al momento della modifica via web o presso un punto vendita dell’intestazione del biglietto. A questo si aggiungerà un costo in termini pratici dal momento che con la nominatività del biglietto viene meno la semplicità con cui fino a poco tempo fa si poteva cedere il proprio biglietto in caso di impedimento last minute oppure semplicemente per fare un regalo. Rispetto all’ipotetico e inesistente vantaggio di contrastare il secondary ticketing, il biglietto nominale comporta ben più gravosi svantaggi in termini di praticità».
È vero che Ticketone dovrà creare una sua piattaforma per la rivendita dei biglietti?
«È una soluzione dovuta ed espressamente prevista dalla legge».
Ticketone ha attaccato Agcom per non oscurare i siti di secondary ticketing: perché queste piattaforme non vengono chiuse?
«Non abbiamo attaccato Agcom, chiediamo solo che la legge venga applicata come previsto. La domanda va girata ad Agcom. Per noi è inspiegabile che dopo 8 mesi dall’entrata in vigore della legge, le piattaforme di secondary ticketing continuino a commettere illeciti alla luce del sole senza che si intervenga. Agcom ha comunicato a mezzo stampa che sta attuando indagini ma non c’è nulla da indagare: bisogna solo applicare la legge come da noi già richiesto con un esposto a marzo e con due lettere di sollecito inviate ad Agcom e ad AGCM. Abbiamo dovuto ancora una volta rimarcare che, nonostante la avvenuta produzione precise e puntuali prove documentali, nonostante il tempo trascorso dalla presentazione del nostro esposto, nonostante l’annunciato avvio di attività di verifica volte a reprimere le condotte illecite da parte dei ben noti operatori, nulla continua ad accadere sul piano della repressione, come risulta da un semplice accesso alle piattaforme online di secondary ticketing».
Da cosa dipende il costante aumento del prezzo dei biglietti in questi ultimi anni? Ci sono state ricadute sul numero di spettatori presenti ai concerti?
«Non abbiamo evidenze che l’aumento sia stato costante e generalizzato e nemmeno che ci sia stata disaffezione da parte degli appassionati: la qualità e dimensione delle ‘produzioni’ è comunque costantemente aumentata. Tutti gli eventi hanno dei costi che coprono le spese di promozione, organizzazione, produzione e tanti altri aspetti, oltre a una quota che spetta agli operatori per la vendita e la prevendita. È facile capire come a un eventuale aumento dei costi per l’organizzazione di eventi di massa corrisponda necessariamente un aumento del costo dei biglietti».