Dopo l’esposto inoltrato lo scorso marzo, TicketOne torna ad attaccare l’Agcom per la totale assenza di azioni di repressione del fenomeno di secondary ticketing, la rivendita online a prezzi maggiorati dei biglietti acquistati dai canali ufficiali.
La piattaforma controllata del gruppo tedesco Cts Eventim – che nel 2018 ha generato 1,2 miliardi di ricavi, vendendo oltre 280 milioni di biglietti per i concerti – parla di una situazione ormai “inaccettabile e non più tollerabile”. Stavolta, però, si spinge oltre: “La società non esclude di rivolgersi a breve all’autorità giudiziaria per avviare le iniziative suppletive del caso”.
Nella nota ufficiale, TicketOne attacca anche il provvedimento legislativo sul “biglietto nominativo”, che secondo la società si è rivelato totalmente inutile. I tagliandi, si legge nel documento, “sono copiosamente in vendita sui siti di secondary ticketing mentre le condotte illecite continuano a essere perpetrate ben oltre i casi all’epoca documentati, come risulta da un semplice accesso alle piattaforme online dei siti segnalati”.
Cosa prevede la legge. Dal primo luglio 2019 è scattato l’obbligo del biglietto nominale per tutti gli eventi organizzati in strutture con una capienza superiore ai 5mila spettatori. Per accedere all’area dello spettacolo è obbligatorio per tutti, minori compresi, presentare un valido documento di identità.
Consentendo a tutti di comprare biglietti al loro prezzo nominale, il testo mira ad abbattere il mercato secondario, cancellando sia le società off shore che i bagarini davanti ai cancelli. I siti di bagarinaggio online continuano tuttavia a rivendere biglietti su internet in modo illegale.
La lotta al mercato secondario è iniziata qualche anno fa, a seguito di un’inchiesta di Striscia La Notizia. Tra gli eventi maggiormente interessati dal fenomeno vi sono stati i concerti di Vasco Rossi a Modena Park e quelli dei Coldplay a San Siro nel 2017.