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HomePolitica Think tank e fondazioni dietro alle nomine di Stato, come cambia la politica

Think tank e fondazioni
dietro alle nomine di Stato
Come cambia la politica

La "spazzacorrotti" compie un anno

Openpolis: così si aggira la legge

di Tommaso Coluzzi19 Maggio 2020
19 Maggio 2020

Domenico Arcuri, Genova, 08 ottobre 2019. ANSA/LUCA ZENNARO

Think tank, fondazioni e associazioni come perno centrale della politica italiana. È questo il tema della lunga indagine realizzata da Openpolis in collaborazione con Report. Le strutture, complice la crisi dei partiti, hanno trovato il modo di diventare sempre più centrali nelle dinamiche nazionali. Nell’ultimo anno, con i casi Renzi, Toti e Carfagna, diverse fondazioni sono state la rampa di lancio di nuovi soggetti politici. Openpolis ha censito 153 diverse strutture legate alla politica dal 2015 ad oggi.

La pandemia di Covid-19 ha confermato come la principale fonte dello Stato, quando si tratta di nomine, siano i think tank e le fondazioni. Ben undici dei soggetti nominati per la gestione dell’emergenza provengono dalle strutture censite da Openpolis. Ad esempio il commissario straordinario, Domenico Arcuri, è nel comitato di presidenza dell’Associazione Civita, presieduta da Gianni Letta.

Succede lo stesso quando si tratta di nomine per i vertici delle principali aziende partecipate dallo Stato. A fine aprile il Ministero dell'Economia e delle Finanze ne ha finalizzate diverse: Eni, Enel, Leonardo e Poste, ma anche Banca Monte dei Paschi. Si tratta di ruoli delicati e fondamentali. Tra i nominati, sette sono membri delle strutture censite. C’è Alessandro Profumo, confermato alla guida di Leonardo, membro di Italiadecide (Violante), ResPublica (Belloni) e Symbola (Realacci). Poi Luca Bader in Monte dei Paschi di Siena, fa parte sia del Centro per un futuro sostenibile (Rutelli) che del Centro studi politica internazionale (Fassino). Maria Bianca Farina, confermata presidente di Poste Italiane, è membro sia della Fondazione Italia Cina che di Aspen Institute Italia.

Lo "spazzacorrotti", prima legge italiana per regolamentare la materia, è entrata in vigore un anno fa. Secondo la ricerca, però, la norma avrebbe generato soltanto ulteriore confusione, affidando il compito di vigilare ad un organo che per sua stessa ammissione non ha i mezzi per farlo. Per lo spazzacorrotti tutte le associazioni e fondazioni i cui organi apicali sono composti per almeno un terzo da politici sono da equiparare ai partiti. Il problema è che il cerchio tracciato è troppo ampio da un lato, mentre dall’altro non riesce a comprendere alcuna struttura. O perché la quota dei politici è inferiore a un terzo, o perché ci sono molti politici, ma non negli organi decisionali.

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