Tira aria di rivolta tra i giornalisti di casa Mediaset, in seguito alla decisione del Tg5 che costringerebbe illustri firme a “dequalificanti” attività di montaggio dei servizi televisivi, declassando i professionisti dell’informazione all’umile rango di tecnici. I giornalisti coinvolti dalle nuove direttive si dovranno, pertanto, cimentare nell’utilizzo di Dalet, il sistema di montaggio dei servizi tv, definito, dagli stessi cronisti, una mansione “estranea alla professione giornalistica”. Malumori accresciuti dalla decisione della direzione di trasferire questi stessi 19 dipendenti dal Tg5 a News Mediaset, l’agenzia informativa del gruppo, che impegnerà i giornalisti nella gestione di un gettito continuo di servizi per soddisfare tutte le testate tv di casa Berlusconi.
Si appellano pertanto al giudice del lavoro i sei dei 19 trasferiti, attraverso un ricorso urgente – scritto dall’avvocato Domenico D’Amati che chiede di cancellare o almeno sospendere i trasferimenti. Alla richiesta del legale si aggiunge la pretesa che, in caso di vittoria degli assistiti, la notizia della sentenza venga diffusa dal Tg5 delle 13 e delle 20. Giunge immediata la risposta di Mediaset che si appella all’articolo 4 per giustificare lo spostamento dei 19 cronisti del Tg5 a News Mediaset. Il contratto nazionale, a partire dal 2009, autorizza il trasferimento del giornalista ad un’altra testata di uno stesso gruppo editoriale “per comprovate esigenze organizzative e produttive”. All’articolo 4 si appellerà anche casa Rai, in vista del trasferimento che vedrà intere redazioni del Tg1, del Tg2, o del Tg3 nella sua redazione unica ribattezzata Rai Informazione.
L’avvocato D’Amati incalza definendo l’articolo 4 un’arma del tutto impropria, dal momento che, stando a quanto affermato dal legale, si può applicare solo alle persone assunte dopo il primo aprile 2009.
I 16 giornalisti che hanno scelto di fare ricorso accusano la direzione del Tg5 (supposizione respinta dal direttore Clemente Mimun) di averli allontanati ritenendoli “elementi sgraditi”, puntando piuttosto su un “gruppo di eccellenza” composto da fedelissimi.
In tempi di crisi, nella palude stagnante di assunzioni che riguarda tantoi giovani, anche il trasferimento da una redazione all’altra e il montaggio di un servizio possono destare clamore e insoddisfazione tra i “maiores” dell’informazione.
Samantha De Martin