Per gli aspiranti medici italiani, quello di quest’anno è stato un test d’ingresso da dimenticare: si è, infatti, raggiunto il record negativo di insufficienze. Il 52 per cento dei candidati non ha totalizzato neppure il punteggio di 20 su 90 e quindi non avrebbe potuto iscriversi a prescindere da qualsiasi discorso sulla disponibilità dei numeri. Nel 2013, cioè l’ultima volta in cui la prova si è tenuta a settembre, la percentuale di bocciati si era fermata al 38 per cento.
Su più di 53mila che hanno effettivamente tentato il test – sottoposto, dopo gli scandali degli scorsi anni, a particolari misure di sicurezza – meno di 26mila sono risultati idonei. Tra questi, circa 10mila saranno i fortunati (e bravi) che potranno ambire a indossare un giorno il tanto desiderato camice bianco. Per saperlo, però, dovranno aspettare fino al 7 ottobre, quando saranno pubblicate le graduatorie definitive visto che per il momento si parla di dati in forma anonima.
Secondo quanto riferiscono alcuni siti che riuniscono studenti, i cattivi risultati di quest’anno probabilmente sono stati causati anche dalla difficoltà del test che consisteva in 60 quesiti ai quali rispondere in cento minuti. I più bravi sono risultati uno studente di Torino e uno di Napoli che hanno totalizzato 80,9 punti, seguiti da colleghi della Sapienza di Roma (dove la percentuale di bocciati è nella media nazionale) e dell’Università di Parma i quali hanno realizzato punteggi di poco più bassi.
Roberto Rotunno