“Amministratori locali sotto tiro”. È questo il titolo del terzo rapporto nazionale presentato venerdì scorso in Campidoglio da Avviso Pubblico, l’unico ente italiano a fornire questo tipo di servizio. Un vero e proprio bollettino di guerra che riassume in tabelle, parole e cifre i casi di intimidazione che ogni anno coinvolgono un numero sempre più elevato di funzionari pubblici.
Il documento mostra l’altro volto della cosiddetta “casta”: quei politici che non restano senza far nulla seduti su una poltrona a guadagnare lauti stipendi, ma che si impegnano per contrastare la criminalità organizzata spingendosi, a volte, anche troppo oltre. Nel corso del 2013 a pagare per i loro sforzi sono stati 351 amministratori locali, aggrediti, feriti o minacciati direttamente (nel 77% dei casi) o indirettamente (23%). Un aumento, dunque, del 66% rispetto al 2010, l’anno in cui Avviso pubblico cominciò il primo monitoraggio. La questione è preoccupante. Il fenomeno mafioso sta uscendo dai limiti in cui viene da sempre relegato e si sta espandendo in tutta Italia, senza alcuna distinzione tra nord e sud. Ad allarmare Paolo Masini, Assessore del Comune di Roma, è in particolar modo l’aumento di casi nel Lazio: 15 nel 2013, rispetto ai 5 dell’anno precedente. Ma il primato regionale per numero di minacce se lo aggiudica quest’anno la Puglia, strappando il titolo alla Campania.
Il rapporto è il prodotto delle segnalazioni che l’ente riceve e delle notizie riportate dall’ANSA. Resta, però, il sospetto che “questi dati siano soltanto la punta di un iceberg” come ha spiegato, durante la conferenza, Agnese Moro la figlia del noto presidente della Dc assassinato dalle Brigate Rosse. È, infatti, plausibile pensare che la stima reale non si limiti a quel “351” riportato da Avviso Pubblico, essendo ancora molti coloro che sopportano la situazione nel completo silenzio. Una questione che, per quanto difficile, va affrontata come ha ricordato Rosy Bindi – presidente della commissione parlamentare antimafia – presente anche lei all’evento. L’onorevole ha, infatti, sottolineato l’importanza di rendere noti i casi di intimidazione, perché “è proprio da questi che nascono nuove possibili legislazioni”. La Bindi, ha poi proseguito, dicendo che proprio in virtù di ciò:“Dobbiamo chiedere alle forze politiche di prestare attenzione nel presentare le liste delle prossime elezioni”.
“Amministratori locali sotto tiro” quest’anno è dedicato a Laura Prati, ex sindaco di Cardano al Campo (in provincia di Varese) uccida per vendetta da un ex poliziotto. E a ricordare la donna in Campidoglio era presente anche la figlia Viviana che, durante l’evento, ha invitato i funzionari pubblici a lottare, a non restare a guardare, e ad essere una “spina nel fianco”.
Il 21 e il 22 marzo sono stati giorni dedicati al ricordo delle persone uccise dalla mafia. Venerdì Papa Francesco ha tenuto una veglia in presenza delle famiglie, mentre sabato a Latina si è svolta la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
Flavia Testorio