“La terza dose in Italia ci sarà, partiremo già da settembre con i pazienti fragili”. L’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza, arrivato durante la conferenza stampa avvenuta ieri a conclusione del G20 Salute, ribadisce la decisione del governo di proseguire con le somministrazioni dei vaccini anti-covid, partendo dalla categoria degli immunodepressi. Dopodiché si passerà agli over 80, ai residenti delle Rsa e al personale sanitario. Oggi, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha aggiunto che si partirà a fine mese e che verosimilmente anche tutto il resto della popolazione necessiterà di una terza dose.
Questa decisione non sposta l’attenzione dalla necessità di vaccinare chi non si è ancora sottoposto alla prima somministrazione. In questo senso, il commissario per l’emergenza covid Francesco Paolo Figliuolo ha annunciato il raggiungimento dell’80% delle prime inoculazioni, spiegando come questa percentuale potrebbe non essere ancora sufficiente per fermare la circolazione del virus e rivolgendo un appello ai cittadini tra 50 e 59 anni che ha scelto di non vaccinarsi: sono ancora 1milione e 800mila.
Tra questi, ci sono anche molti dei circa 1.500 medici non vaccinati. I dati, forniti dal presidente della Federazione nazionale ordini dei medici, Filippo Anelli, stimano che circa 1.000 di questi stiano ancora esercitando la professione pur avendo scelto di non sottoporsi all’inoculazione.
In Italia, infatti, le dosi non mancano, anche se, per il momento, il nostro Paese dovrà fare a meno di quello prodotto da Takis e Rottapharm Biotech. Pur avendo completato la fase 1 della sperimentazione, infatti, il vaccino italiano non potrà proseguire con lo studio per mancanza di fondi.
Nonostante i dati incoraggianti sulle somministrazioni, ieri in Italia il tasso di positività è salito al 2,5% e sono stati individuati 3.361 positivi al virus, mentre i decessi sono stati 52. É salito anche il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (570) e nei reparti ordinari (4.302). Le situazioni più preoccupanti in Sicilia, unica regione in zona gialla, ma anche in Sardegna e Calabria, entrambe rischiano il cambio di fascia.