Ahmad Khan Rahami, l’afghano naturalizzato americano che ha fatto esplodere una bomba a New York a settembre del 2016 provocando 29 feriti, è stato condannato ieri a due ergastoli. La sentenza è arrivata da parte del giudice Richard Berman di Manhattan, mentre sempre Rahami lo scorso ottobre era stato ritenuto colpevole da un’altra giuria per la produzione di armi di distruzione di massa.
L’attentato di matrice islamica risale alla sera del 17 settembre 2016, quando alle 20:30 ora locale (le 2:30 in Italia) un ordigno era esploso nel quartiere Chelsea di New York, nella parte ovest di Manhattan, ferendo 29 persone. Rahami, che aveva lasciato un biglietto in arabo sul posto, aveva anche lasciato un secondo ordigno – una pentola a pressione rimasta inesplosa – a pochi isolati di distanza. La bomba di Chelsea – preparata con della tannerite, una potente miscela di nitrato e perclorato d’ammonio – era stata riempita con schegge, frammenti e proiettili di piombo e acciaio, per poter creare così il massimo danno possibili a cose e persone.
Rahami era stato poi arrestato la mattina dopo la sua fuga, trovato mezzo addormentato in un bar di Linden, nel New Jersey a circa 20 chilometri dalla Grande Mela e dopo una sparatoria con alcuni agenti di polizia. Il terrorista era stato poi identificato attraverso le impronte digitali riscontrate su uno degli ordigni e le immagini delle telecamere di una stazione vicina.