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rischio tracollo per l’economia
dell’Italia centrale

Dopo il terremoto
rischio tracollo per l’economia
dell’Italia centrale

di Siria Guerrieri08 Novembre 2016
08 Novembre 2016

Il cuore dell’Italia rurale rischia di cedere di fronte agli effetti deflagranti delle scosse sul fronte dell’economia. La Coldiretti ha lanciato l’allarme. “In gioco – spiegano i rappresentanti – c’è la produzione di cereali dell’intera zona, stimata in 200 milioni di chili”. Si tratta di coltivazioni che alimentano una filiera di pane, pasta, biscotti specializzata e di altissima qualità. Un fattore che ha conseguenze dirette anche sull’aspetto del territorio, fra i più belli dell’ambiente appenninico e in generale del nostro paese: “In gioco c’è anche il paesaggio di una delle zone d’Italia più visitate dai turisti”. La maggioranza delle coltivazioni di questi luoghi travolti dal sisma si concentra su grano e farro, in buona parte biologici.

L’agricoltura, in gran parte a conduzione familiare, contribuisce in modo determinante all’occupazione e all’economia di quei territori: fino al giorno prima della serie devastante di scosse iniziata il 24 agosto scorso, alimentava un indotto fiorente fatto di caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono le specialità di pregio famose in tutto il mondo, centrali anche per il flusso turistico. “In pericolo – sottolinea la Coldiretti – ci sono specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, alla patata rossa di Colfiorito, dallo zafferano al tartufo, dal ciauscolo al prosciutto di Norcia Igp, che nell’insieme rappresentano un patrimonio culturale, economico e occupazionale per l’intero Paese”.

Ma non è tutto. L’arrivo del gelo minaccia anche gli oltre centomila animali degli allevamenti, per la maggior parte privati delle stalle, che dopo l’ultimo terremoto del 30 ottobre sono crollate o inagibili. “Ora – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – dobbiamo vincere insieme la battaglia contro la burocrazia, per fare in modo che gli aiuti arrivino al più presto ad agricoltori e allevatori, che rischiano di chiudere per sempre, se non si creano le condizioni per restare sul posto. È fondamentale garantire vivibilità e operatività per accudire il bestiame e per dare continuità alle attività produttive”.

Proprio oggi i sindaci dei comuni colpiti sono stati ricevuti in audizione alla Camera, e hanno chiesto al governo di non essere abbandonati. E questo pomeriggio, in commissione Bilancio al Senato, è prevista la decisione finale sugli interventi urgenti post-sisma.

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